Sae Verona: coltivare accoglienza
di Margherita Bertinat
Il gruppo Sae di Verona ha avuto da sempre uno sguardo attento alla realtà della quale fa parte. Già negli anni Novanta propose una serie di conferenze sul tema “Lo ‘straniero’ provoca l’ecumenismo”, che terminò con la partecipazione all’iniziativa promossa dal cartello Nella mia città nessuno è straniero.
In quegli anni cominciavano ad avvertirsi le prime problematiche riguardo ai nuovi flussi migratori e la responsabile del Sae Verona, Paola Peloso, sentì la necessità di mettersi in rete per essere voce critica e proporre nuovi cammini. Marianita Montresor mantenne la stessa linea e focalizzò molte conferenze su temi relativi a integrismi, fondamentalismi e convivenza civile.
Nel 2018 il Sae Verona ha rinnovato la sua adesione alla campagna del cartello di una sessantina di associazioni che hanno a cuore una cultura dell’accoglienza e della non discriminazione.
Verona, da città accogliente e attenta ai più poveri, ha visto riaffiorare discriminazione, discorsi d’odio e atti violenti, in particolare verso le persone migranti. Il nostro gruppo ha sostenuto la campagna che inizialmente ha proposto sul retro degli autobus lo slogan Nella mia città nessuno è straniero.
Continuando il cartello la sua opera di coscientizzazione, come responsabile del Sae ho condiviso altre iniziative promuovendole e partecipando alla preparazione di eventi come quello della Marcia #PassaPorti contro ogni forma di razzismo per una città aperta e solidale, svoltasi nel marzo 2019 durante la Settimana d’azione contro il razzismo.
Il nostro gruppo si è interrogato su questo tema per essere una voce critica all’interno della società. L’arrivo di persone da Paesi diversi interroga la nostra fede e ci chiede un ripensamento del modo di porci nei confronti di altre tradizioni religiose. Per questo motivo ho accettato con gioia di far parte di un gruppo che promuove Incontri per la Città, che ha come referente lo Studio Teologico San Bernardino di Verona. Quest’anno il ciclo di conferenze terminerà con la rappresentazione teatrale Il muro, a trent’anni dalla caduta del muro di Berlino.
Sae Ancona: tessere inclusione
di Anna Mattioni
Il gruppo Sae di Ancona è nato nel 1987. Aiutare una realtà delle Marche colpita dal terremoto nel 2016 e nel 2017 ci ha unito particolarmente alle Chiese con cui collaboriamo e al Sae nazionale. Il sisma ha reso inagibili i locali parrocchiali messi a disposizione dell’Anffas Sibillini di Pian di Pieca di San Ginesio (Macerata).
L’associazione, fondata da familiari di persone con disabilità residenti in zone svantaggiate, opera per creare una rete con le realtà del territorio per affrontare un immediato “durante noi” e predisporre un prossimo “dopo di noi”. Il suo obiettivo è quello di accompagnare i giovani attraverso un percorso che permetta loro di acquisire competenze e gestire alcuni ambiti in autonomia. Lo svolgimento di laboratori – cucina, orto, balli tradizionali, falegnameria, musicoterapia, teatro, attività motorie – ha migliorato la relazione dei giovani con l’esterno, accresciuto o affinato abilità, maturato autonomie personali e, al tempo stesso, ha portato sollievo alle famiglie, sempre più spesso lasciate sole.
Il terremoto ha costretto a trasferire i ragazzi e le ragazze ora in una struttura ora in un’altra, con spostamenti destabilizzanti. Perciò l’associazione, seppur cosciente delle grandi difficoltà economiche, ha pensato di costruire un edificio antisismico per riprendere le attività. Ha iniziato a raccogliere fondi realizzando articoli natalizi che anche il nostro gruppo ha acquistato. Su suggerimento di una nostra socia di Milano, abbiamo chiesto al presidente del Sae se potevamo devolvere a questa associazione le offerte raccolte durante le liturgie della sessione di formazione ecumenica di Assisi. Così è avvenuto. Anche grazie a questo contributo il progetto è andato a buon fine e il 9 novembre è stata inaugurata La Casa nel Cuore, i cui arredi necessitano di completamento.
In occasione del 500° anniversario della Riforma, un momento vissuto con molto interesse dal nostro gruppo e dai referenti delle Chiese avventista e metodista – membri del Gruppo Interconfessionale in Dialogo (Gid) creato per iniziativa del Sae locale e del responsabile della Commissione diocesana per l’ecumenismo – è stata un’iniziativa su Lutero. Gli insegnanti di storia di sette istituti di Ancona hanno accettato la nostra proposta di trattare con particolare attenzione la figura di Lutero e organizzare un incontro con un pastore protestante.
L’esperienza è stata apprezzata e ben recepita, sia dai docenti sia dalle alunne e dagli alunni. Anche noi siamo stati soddisfatti di partecipare e far conoscere una realtà poco nota in città.
Sae Reggio Calabria: sostenere la legalità
di Gigliola Pedullà
Il problema della ’ndrangheta in Calabria è gravissimo. La piovra non è percepibile per le strade della nostra città di Reggio, ma sappiamo che dietro servizi, esercizi commerciali, imprese e anche istituzioni, c’è.
La Locride, terra martoriata, ha trovato un fortissimo antidoto per combatterla: il gruppo cooperativo Goel. Fondato da monsignor Bregantini nel 2003 con la collaborazione di giovani fortemente motivati e capaci, ha apportato con le sue imprese un cambiamento radicale nella zona, perseguendo l’etica cristiana e i valori di giustizia e solidarietà.
Presidente di Goel è Vincenzo Linarello, giovane amico del gruppo Sae di Reggio Calabria, che spesso invitiamo ai nostri incontri perché ci parli dell’etica del lavoro e delle attività solidali promosse dal gruppo. Noi partecipiamo alle loro manifestazioni, solidarizzando dopo episodi di dolo subiti. Compriamo le loro arance bio, coltivate e raccolte da lavoratori italiani e stranieri pagati correttamente. Andiamo a mangiare nel loro ristorante etnico, condotto da immigrati regolari, e nel loro ristorante di cucina italiana. Pubblicizziamo iniziative di lotta alla criminalità e li supportiamo nella ricerca di giovani interessati a fare il servizio civile con loro. Le cooperative Goel sono numerose e spaziano dall’agricoltura all’accoglienza, dai viaggi all’alta moda, con l’atelier Cangiari, approdato a Milano. Noi collaboriamo ogni volta che c’è l’occasione; il nostro rapporto è costante e arricchente.
La Chiesa valdese e alcune parrocchie cattoliche reggine accolgono migranti. Noi del Sae collaboriamo per l’insegnamento dell’italiano, la preparazione dei pasti, la raccolta e la distribuzione di indumenti. In passato, con la Chiesa battista, abbiamo raccolto coperte e biancheria per i lavoratori sfruttati della baraccopoli di Rosarno.
Ci impegniamo anche per l’ambiente. Nel 2019 abbiamo celebrato la Giornata del Creato in un giardino pubblico: dopo interventi di fedeli di diverse Chiese abbiamo piantato alberi. “Due lattine un libro” è l’iniziativa indirizzata agli alunni di una scuola superiore: dopo aver loro spiegato il valore della salvaguardia del creato, abbiamo fornito guanti e buste per raccogliere rifiuti abbandonati e, in segno di apprezzamento per il loro impegno, abbiamo regalato un libro di narrativa.
Un compleanno speciale
Sae Piacenza: 50 anni del gruppo
di Lucia Rocchi
Il Segretariato Attività Ecumeniche è donna. L’affermazione può sembrare quasi impertinente ma non è così, se si pensa alla sua storia e alla sua fondatrice, Maria Vingiani, una donna coraggiosa che, ancor prima del Concilio Vaticano II, per un particolare dono dello Spirito sentì l’urgenza di promuovere in Italia il dialogo ecumenico, dopo secoli di tensioni o di indifferenza tra i cristiani.
Il Sae è donna anche a Piacenza: la fondatrice del gruppo locale è stata una piccola saggia donna, Gianna Poggi, amica di Maria Vingiani e come lei impegnata nel Movimento femminile della Democrazia cristiana. Cinquant’anni fa promosse a Piacenza il dialogo tra cattolici e metodisti, unica realtà cristiana non cattolica allora presente in città, e costituì uno dei primi gruppi Sae d’Italia.
Ancora oggi il Sae piacentino ha come responsabile una donna, coadiuvata da quattro socie, per un gruppo attivo e stabile che negli anni ha svolto un’attività di formazione e animazione ecumenica unica.
Se non ci fosse stato il Sae, a Piacenza non ci sarebbe l’ecumenismo.
Per questo il 12 ottobre 2019 il gruppo ha voluto celebrare il proprio 50° anniversario in modo solenne, con un convegno al Collegio Alberoni di Piacenza sul tema “Cristiani in dialogo: modi diversi di vivere l’ecumenismo in Italia”. È stata un’occasione di formazione, confronto e riflessione sul contributo che il Sae, il Movimento dei Focolari, la Comunità di Bose e il settimanale evangelico Riforma offrono al dialogo ecumenico.
È stata anche l’occasione per presentare il libro 50 anni di ecumenismo a Piacenza, perché l’inizio del cammino ecumenico delle Chiese locali coincide con la nascita del Sae e prosegue grazie alla passione, all’impegno e alla preparazione dei soci, soprattutto delle socie che non si sono mai stancate di sollecitare le autorità ecclesiali a realizzare nella Chiesa piacentina ciò che il Concilio aveva previsto e promosso: la commissione diocesana per l’ecumenismo, un delegato per questo ambito pastorale, la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani.
Il Sae è donna, sì, ma per Piacenza è stato ed è anche competenza, saggezza e impegno di un uomo, il religioso vincenziano padre Giuseppe Testa. Biblista e teologo, ha capito il carisma dell’associazione e si è posto come maestro ed esperto, rispettando la natura del Gruppo, laico e interconfessionale. Questo, per dare a ciascuno il suo e per non assolutizzare un principio falsando la realtà.