Ho una laurea in filosofia e un passato di insegnante. Ho scoperto l’Mfe e il federalismo europeo proprio negli anni dell’università grazie a Mario Albertini, che a Pavia insegnava Filosofia della politica: con la sua capacità di coniugare grandi obiettivi di cambiamento politico e sociale e sano realismo, indicava un progetto in grado di incidere in modo concreto sul futuro. Sin dai primi anni del mio attivismo federalista ho accettato molti incarichi nazionali ed europei a livello giovanile e nella sezione di Pavia, allora centro nazionale dell’Mfe.
L’Mfe è un movimento politico particolare, che costruisce consenso e attenzione attorno alla progressiva unione politica dell’Ue. Sin dai suoi inizi, ha indicato alla politica i passaggi per procedere verso l’Europa federale: lo ha fatto sulla necessità di un processo democratico costituente e promuovendo obiettivi politici specifici, in particolare l’elezione diretta del Parlamento europeo e l’unione monetaria. Chi si impegna a certi livelli nella “militanza” federalista non lo fa come scelta residuale: è richiesta un’elaborazione teorica profonda e anche un impegno fattivo per organizzare e realizzare iniziative che coinvolgano tutti gli aderenti insieme ai semplici simpatizzanti.
Le donne pioniere
L’Mfe è nato anche grazie alle mogli dei fondatori: Ursula Hirschmann, sposata in seconde nozze con Altiero Spinelli, e Ada Rossi, moglie di Ernesto, si sono coinvolte nel confronto intellettuale sul federalismo europeo e, come staffette, hanno portato sul continente i foglietti con gli scritti. A loro si deve la stampa del Manifesto di Ventotene e la sua diffusione. In particolare, Ursula Hirschmann è stata a fianco di Altiero Spinelli anche come organizzatrice della rete europea delle donne federaliste; è riconosciuta come una delle madri d’Europa e, grazie anche a un forte sodalizio di coppia, ha impresso la sua impronta al movimento.
Teresa Caizzi, antifascista originaria di Como, durante il fascismo ha scelto con il marito Bruno di vivere in esilio in Svizzera, dove ha ospitato Spinelli quando lasciò l’Italia nel 1943. Rientrata a Como dopo la guerra, per decenni è stata una delle figure di riferimento dell’Mfe lombardo.
Caterina Chizzola, originaria di Venezia, è entrata giovanissima nell’Mfe e nel 1976 ha assunto a Bruxelles la segreteria dell’Unione dei federalisti europei. Il suo lavoro, seppur retribuito, è stato svolto con immensa dedizione. Una volta rientrata in Italia, ha promosso, come segretaria, la sezione Mfe di Udine.
Queste donne, ciascuna con la propria indole e competenza, hanno contribuito alla vita dell’Mfe: Teresa Caizzi era molto determinata e colta, particolarmente capace di far crescere le persone; Caterina Chizzola, con il suo impegno e la sua competenza, ha saputo costruire un clima di lavoro proficuo, riuscendo ad armonizzare realtà organizzative molto diverse.
Le sfide di oggi
Attualmente io sono l’unica donna nell’Ufficio di segreteria dell’Mfe, ma molte donne sono impegnate nelle sezioni e svolgono un ruolo determinante per la vita del movimento. Purtroppo l’impegno federalista, essendo un servizio puramente volontario, mal si concilia con le esigenze lavorative e le mansioni familiari, che ricadono ancora in prevalenza sulle donne.
La sfida più difficile, per un movimento come il nostro, è quella di riuscire a svolgere un’analisi corretta dei processi politici in corso e ad elaborare una strategia politica per riconfigurare il ruolo dell’Mfe in base all’evolversi dell’Ue e della politica nazionale. Questo è sempre stato un impegno complesso, e oggi è diventato più pressante per lo scontro tra forze pro-europee e anti-europee.
La nostra ultima campagna è stata lo scorso anno, in vista dell’elezione del Parlamento europeo, quando abbiamo proposto a candidati e candidate di tutti i partiti una piattaforma orientata a rafforzare politicamente l’Unione: per creare consenso attorno a proposte precise orientate all’Europa federale, abbiamo coinvolto la classe politica, la società civile e varie organizzazioni. Un impegno intenso, ma anche indicativo del nostro ruolo specifico: tenere al centro dell’attenzione la costruzione della casa comune europea.