Anna Fiscale, 29 anni, veronese. Da sua madre è stata nutrita di vita e impegno. A partire dall’infanzia, negli scout, e poi nel volontariato con associazioni del territorio, ha sviluppato una particolare sensibilità alle situazioni marginali. Così, quando si è trovata nelle aule della facoltà di Economia dell’Università di Verona, si è interessata di economia sociale con una tesi sul microcredito, frutto di cinque mesi di lavoro in India: «Mi hanno fatto capire che con poco si può fare molto. Basta aver passione per quello che si fa». E la passione ad Anna non manca: continua la laurea specialistica alla Bocconi di Milano, in Economia e management delle amministrazioni pubbliche e istituzioni internazionali, facendo tesoro della doppia laurea che la prestigiosa università “Sciences Po” di Parigi offriva con otto mesi di permanenza e tirocini presso l’agenzia europea per gli aiuti umanitari.
Nel 2011, sceglie di saltare dai comodi uffici della cooperazione europea alla devastazione di Haiti: uno stage con l’organizzazione milanese Coopi le permette di lavorare come assistente capo-missione per aiutare la popolazione terremotata: «Ho avuto delle opportunità di formazione molto arricchenti. Il lavoro ad Haiti era complesso, in rete con tanti attori del mondo umanitario, i cui intenti però non erano sempre chiari. Ho preferito rientrare a Verona».
Quando lo scarto diventa risorsa
Tornare nel contesto di partenza dopo aver girato mezzo mondo non restringe l’orizzonte di Anna, e la mai sopita attenzione giovanile a situazioni di marginalità fa il resto.