Sul palco, oltre a vescovi e sacerdoti, anche uomini e donne, giovani e meno giovani. L’entusiasmo generato lo scorso ottobre dal primo Festival della Missione si è riverberato ben oltre Brescia: anche il Comigi ne è stato contagiato.
Sulla scia del Festival
Suor Mariangela Mesina, missionaria della Consolata, è rimasta sorpresa: «Da Martina Franca, provincia di Taranto, ho accompagnato un gruppo di adolescenti di 16-17 anni. Hanno apprezzato le relazioni di monsignor Aiello, vescovo di Avellino, che ha iniziato con la chitarra, e di padre Monge, missionario domenicano in Turchia; ma i momenti vissuti più intensamente sono stati quelli interattivi, le condivisioni alla pari, come gli aperitivi missionari». Al Festival di Brescia gli “aperitivi” avevano già riscosso alto gradimento per il loro tratto spontaneo e informale; a anche il prato di Sacrofano ne è stato costellato. In “gruppetti” variopinti, sparsi in cerchio, giovani e giovanissimi hanno ascoltato con interesse l’esperienza di vita di un missionario e una missionaria. E hanno fatto domande. Tante e inattese.
Anche la Tenda dell’Adorazione non è stata mai vuota: chi desiderava sostare in silenzio vi ha trovato uno spazio ideale.
Sogni sotto il baobab
Il Comigi ha articolato tante dinamiche di incontro: le molteplici salette della Fraterna Domus si sono aperte a gruppi di una quindicina di giovani e sono diventate “baobab”, luoghi di ritrovo spontaneo, capannelli per raccontare la bellezza e il coraggio di non aver paura a esprimere i propri sogni, perché condividerli dona energia per intravedere insieme la loro realizzazione. «La sosta sotto il baobab ha donato al mio gruppo la consapevolezza di essere nelle mani del Creatore, capace di fare capolavori con le nostre vite – dice Kathia Di Serio, missionaria comboniana e facilitatrice di un gruppo –. Dare voce ai giovani significa avere la capacità di stare al loro passo e lasciare loro spazio per esprimere la propria identità e creatività».
Oltre Sacrofano
L’esperienza vissuta in quei giorni è stata poi portata a casa: «Il gruppo di Martina Franca ha organizzato una serata per far vivere le dinamiche del Comigi a tanti giovani che non hanno potuto partecipare: contenuti, canti, soste sotto il baobab e anche i bans. E non sono mancati neppure i genitori», ricorda con entusiasmo suor Mariangela Mesina.