Sono 5.627 i comuni italiani che hanno meno di 5.000 abitanti. Di questi, secondo una stima di Legambiente e Anci, quasi 2.430 soffrono di un forte disagio demografico ed economico: i giovani se ne vanno, gli anziani rimangono soli e le case abbandonate.
Alcuni di questi comuni hanno trovato un modo per fare bene a loro stessi e al prossimo: hanno deciso di aprire le porte ad un modello che mira a dare ospitalità a donne, uomini e bimbi migranti. Non parliamo solo del modello Riace, tornato in auge nelle pagine di cronaca per la accuse al sindaco.
Parliamo anche di paesini come Montesilvano, in provincia di Pescara. Le lodi al sindaco Maragno arrivano dalla stampa straniera, France Press, che dichiara: «A Montesilvano, una cittadina abruzzese di 55 mila abitanti, 500 immigrati sono stati accolti con lo strumento degli Sprar, i sistemi di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, e tutti loro godono di formazione e istruzione, a cominciare dai bambini».
L’obiettivo del sindaco è stato quello di superare i grandi centri di accoglienza, che inevitabilmente si trasformavano in ghetti, e puntare su strutture più piccole disseminate sul territorio. Maragno ha così disinnescato paure e incomprensioni, ottenendo un’integrazione positiva. «Le persone hanno iniziato a percepire gli stranieri non più come un problema, ma come un valore raggiunto – ha spiegato il sindaco a L’Espresso – oggi hanno di fronte persone che mettono la loro opera a servizio della comunità che li ospita».
Tra gli altri modelli di accoglienza e integrazione in Italia ritroviamo Acquaformosa, Gioiosa Jonica e molti altri piccoli comuni che dimostrano come le migrazioni, e i migranti, possano essere gestite in un altro modo, aiutando chi fugge e anche chi accoglie. «I nostri progetti - dichiarato Giovanni Manoccio, sindaco di Acquaformosa e responsabile per le politiche di migrazione della regione Calabria - si svolgono tutti nei centri urbani, dando la possibilità ai migranti di integrarsi nella comunità, che è un modo per rispondere alla scommessa che riguarda tutto il meridione: lo spopolamento».
In Italia, i modelli di accoglienza fanno capo alla Rete dei comuni solidali, Re.co.sol., che conta 800 comuni coinvolti nella rete Sistema di protezione dei richiedenti asilo e dei rifugiati. Di questi circa la metà sono realtà di piccole e medie dimensioni con potenzialità simili a Riace, Montesilvano e Acquaformosa.
Piccole realtà, che fanno grande l’animo di chi le abita, che ha imparato a credere in modelli di accoglienza votati all’apertura, all’amore e all’integrazione.