Due terribili stragi si sono verificate a distanza di pochi giorni, due carneficine che sullo sfondo hanno il racconto di una stessa storia: un viaggio per raggiungere un posto migliore.
A Melilla, una delle due piccole enclave nordafricane della Spagna, la polizia di frontiera ha portato a termine una vera e propria esecuzione: più di trenta persone sono state brutalmente assassinate nel tentativo di raggiungere la Spagna.
A San Antonio, in Texas, almeno 46 persone sono state ritrovate ammassate senza vita nel retro di un camion, dopo aver clandestinamente oltrepassato il confine tra Messico e Stati Uniti.
A quante ancora di queste stragi è neccessario assistere affinché vengano attuate serie politiche migratorie?
Lo scorso 28 giugno è stato pubblicato il report annuale di Talitha Kum, la rete internazionale contro la tratta degli esseri umani. Dal documento emergono dati di questi tipo: le vittime della tratta nel mondo sono decine di migliaia, di cui il 72% sono donne; e il profitto annuo prodotto dallo sfruttamento delle persone è stimato in 150 miliardi di dollari. Una cifra davvero importante per pensare di poter cambiare le cose.
Fortunatamente, i dati non portano solo cattive notizie. Nel 2021 Talitha Kum ha registrato una crescita numerica e qualitativa delle sue attività: presente in 92 Paesi del mondo, sono più di 6.000 le persone coinvolte attivamente in azioni anti-tratta e la loro attività è riuscita a raggiungere e salvare 336.958 persone.
Grazie a loro e a moltissime ong impiegate in attività di questo tipo, una parte di persone coinvolte nella tratta viene risparmiata e aiutata a risollevarsi. Ma per quanto il loro lavoro sia tanto eccezionale quanto significativo, il controllo dei confini e la creazione di corridoi umanitari è un compito che spetta alle legislazioni degli stati. In quale altra maniera, se non prendendo coscienza dei fatti che troppo frequentemente si verificano, bisogna far capire loro che è tempo di agire?
Innumerevoli stragi come quelle appena accadute sono destinate a ripetersi ed è per questo motivo che non dobbiamo smettere di indignarci di fronte a tanta disumanità.
Tragedie come queste non devono e non possono verificarsi nel silenzio.