Anche il tempo di “vacanza” è dedicato a “migrare” fuori dalla routine del lavoro, della scuola, e di ogni altra “attività quotidiana” che pervade l’anno.
Migrare!
Che cosa evoca questo termine?
Una risorsa? Un’opportunità? Forse una sfida? O, addirittura, un rischio?
Da sempre e ovunque l’umanità è in movimento, con motivazioni e modalità diverse, eppure, per la prima volta, gli Obiettivi di sviluppo sostenibile 2030 associano migrazioni e sviluppo. Il testo, redatto nel settembre 2015, così recita al numero 10.7: «Facilitare la migrazione ordinata, sicura, regolare e responsabile e la mobilità delle persone, anche attraverso l’attuazione di politiche migratorie programmate e ben gestite».
La comunità internazionale riconosce che migrazioni e sviluppo costituiscono un binomio inscindibile, ma non scontato: per far circolare vita, la mobilità umana ha bisogno anche di garanzie di legalità e rispetto. Quando si “migra” oltre i confini del proprio ambiente, ci si confronta con altre lingue e abitudini; anche con altri climi e malattie. L’incontro con la differenza può essere molto esigente, talvolta oltremodo faticoso, ma raramente sterile. Serve, però, disponibilità a conoscere e lasciarsi conoscere.
Per questo il dossier, con rimandi anche alla rubrica “Senza frontiere”, avvia un percorso di esplorazione per comprendere meglio le “migrazioni”: le cifre dei rapporti internazionali intersecano storie di vita; demografia, economia e politica si intrecciano. Emergono tanti meandri, che richiederanno ulteriori approfondimenti per rendere giustizia alle variegate sfaccettature del fenomeno. Ogni lettura semplificata, infatti, seppur di più immediata comprensione, offusca la complessità degli spostamenti: cambiano nel tempo e nello spazio, innescati da situazioni di crisi o da nuove opportunità. E anche i volti di coloro che si mettono in cammino cambiano.
L’umanità scorre continuamente, come un liquido vitale in vasi comunicanti: tampona gli squilibri.
Se non ci fossero le migrazioni internazionali (linea verde nel primo grafico), nei prossimi trent’anni il crollo demografico in Europa e America settentrionale sarebbe insostenibile (linea blu), come indicato dal “Rapporto sulle migrazioni internazionali 2015” dell’Onu.
E per sfatare alcuni luoghi comuni basta sfogliarlo e sostare su questa mappa: i flussi più consistenti di umanità in cammino scorrono all’interno dello stesso continente, l’Asia e l’Europa in particolare.
In questo movimento, da sempre e ovunque fenomeno umano, l’augurio di far tesoro della migrazione.
Buone vacanze!