I nostri media si sono soffermati molto sul Muslim Ban, l’atto della Corte Suprema americana che ha dato il via libera al decreto di Trump sul limitare l’accesso ai cittadini di sei paesi mussulmani.
C’è da dire, però, che anche sui nostri confini, quello che ci divide dalla Francia per esempio, a Ventimiglia, succedono cose che magari non vorremmo raccontare.
Proprio a Ventimiglia 45mila persone soltanto nel 2017 sono state rimandate indietro, a dirlo sono i dati Oxfam riportati dal direttore del programma Italia, Alessandro Bechini. Ventimiglia è un confine difficile perché ci sono circa 200 persone che vivono sotto il cavalcavia del fiume Roja, in attesa, ma il confine francese respinge anche i minori. Cosa che la corte europea ha più volte sanzionato come illegale, ma che continua ad avvenire sulla base di quella politica populista che vede l’immigrazione soltanto come problema.
In questi giorni un’altra ondata di arrivi ha toccato le terre italiane, anche a causa della progressiva ritirata dell’Isis. Ma non ci ricordiamo mai che le persone che arrivano in Italia, poi vogliono andare in altri paesi, spesso per ricongiungersi con la propria famiglia. L’Italia non è quasi mai un punto di arrivo, ma solo un punto di approdo.
Le frontiere terrestri sono più facili da controllare rispetto a quelle marittime, ma se l’identità europea è quella che rifiuta gli arrivi e opera solo respingimenti o se riesce a gestire un numero di richiedenti asilo che corrisponde ad una percentuale minima rispetto al numero degli abitanti europei. Ciò che ne nasce, ovviamente, è una narrativa che parla di invasione, di sostituzione etnica e di immigrazione incontrollata, che alimenta soltanto dinamiche di estremismo.
Ad oggi però, non ci sono percezioni di persone che arrivano con obiettivi diversi da quelli di mettersi in gioco e farsi una nuova vita.
Quello che dobbiamo chiederci è se si sta facendo il possibile per integrare queste persone. Il meccanismo dei centri di accoglienza straordinaria non aiuta e il processo diventa una sorta di Lotteria Italia dell’accoglienza.