La nostra presenza in Messico è stata anzitutto una risposta alla vocazione missionaria comboniana delle giovani donne del Paese: la prima comunità è stata una casa di formazione. Abbiamo accolto tante ragazze che desideravano conoscere il nostro stile di vita per discernere il proprio, e ancora continuiamo a farlo.
Il servizio di animazione missionaria alla Chiesa locale, per tenerla spalancata al mondo, è stato un altro impegno intenso e fecondo; dando attenzione alla giustizia e alla pace, abbiamo cercato anche di fornire strumenti per analizzare la realtà e trasformarla, promuovendo la dignità di ogni persona.
Fra le popolazioni indigene relegate ai margini della società, la nostra presenza fra gli indios mazatecos di Jalapa de Díaz, nello Stato di Oaxaca, è durata dal 1978 al 2006: i loro progressi in ambito educativo e sanitario sono stati notevoli e noi abbiamo imparato a valorizzare le loro competenze tradizionali. Con il passare degli anni la gente del posto ha assunto i servizi che prima svolgevamo noi, così nel 2006 ci siamo spostate a San Pedro Teutila, in una zona più interna ed emarginata di quello stesso Stato. Il primo anno siamo state ospitate nella casa di una famiglia indigena.
La “missione urbana” è iniziata negli anni Ottanta a Iztapalapa, nella periferia di Città del Messico, ed è continuata nel 1994 a Valle di Chalco, un’esperienza pilota di comboniani e comboniane. Lì siamo rimaste per un decennio a servizio di oltre 250.000 persone, in prevalenza indigeni immigrati in città. Nel 2000, come già previsto fin dall’inizio, abbiamo passato le consegne al clero locale e noi comboniane ci siamo spostate a Chimalihuacán, altra periferia urbana.
Nell’attenzione alle popolazioni afrodiscendenti dello Stato di Oaxaca siamo state pioniere: nella regione di Vera Cruz, Guerrero e Oaxaca la loro presenza è considerevole, ma non veniva neppure registrata nelle statistiche nazionali: come se non esistessero. La stessa Chiesa messicana non aveva ancora sviluppato una pastorale afro e noi abbiamo appreso quella elaborata dagli afrodiscendenti dell’Ecuador per condividerla con la popolazione della Costa Chica.
Anche oggi in Messico abbiamo una casa di formazione, continuiamo ad animare missionariamente la Chiesa e camminiamo con le popolazioni indigene e afrodiscendenti, ma attualmente molta della nostra attenzione è rivolta a moderna forma di schiavitù particolarmente degradante.
Ci prendiamo cura di tanti migranti: uomini, donne, bambini e bambine, perché le difficoltà che incontrano sono davvero tante.