Nuns Healing Hearts, in italiano “Suore che guariscono i cuori”, è il nome della mostra fotografica e dell’omonima campagna inaugurata da papa Francesco lo scorso 10 maggio.
Il percorso espositivo è stato allestito in Vaticano, nell’atrio dell’aula Paolo VI, in concomitanza con l’udienza delle 850 superiore generali che hanno partecipato alla XXI Assemblea plenaria della Uisg. Il Papa ha espresso la sua vicinanza a suor Gabriella Bottani, coordinatrice di Talitha Kum, e alle altre religiose impegnate contro la tratta. Un tema caro al pontefice, che più volte ha richiamato l’attenzione sulle nuove forme di schiavitù e incoraggiato le religiose a proseguire il loro impegno di liberazione e di promozione della dignità umana.
Scatti di speranza
«Ciò che desidero trasmettere attraverso queste immagini è il potente lavoro che le suore di Talitha Kum fanno in tutto il mondo in prima linea contro la schiavitù», dice la fotografa Lisa Kristine a proposito della sua esperienza con la rete, che attualmente coinvolge circa duemila suore e collaboratori in 76 Paesi dei cinque continenti.
«Se la tratta di persone ferisce con violenza e particolare efferatezza la nostra umanità – afferma suor Gabriella Bottani –, queste fotografie ci rincuorano mostrandoci gesti di cura e di speranza. Alcuni scatti non permettono di identificare le protagoniste, aprendo uno spiraglio per la contemplazione dell’incontro profondo di chi intraprende cammini condivisi di libertà. Non c’è più separazione tra “noi” e “loro”, ma tutte e tutti siamo parte di questa umanità, chiamata a tessere insieme reti di bene».