A Padova ho frequentato il Gim (Giovani Impegno Missionario), il percorso per giovani della Famiglia Comboniana, e dopo un orientamento vocazionale di due anni sentivo il desiderio di spendere la mia vita per condividere la “rigenerazione” donata da Dio e dalla sua Parola con gli impoveriti e con chi ancora non la conosce. Attraverso incontri, persone e situazioni, mi sono sentita incoraggiata a vivere la spiritualità e il carisma comboniani e il 23 settembre 2020 sono partita per Granada, in Spagna. Là ho iniziato il “postulato”, ovvero «il primo periodo di formazione, che dura due anni, per giungere poi, dopo un’ulteriore formazione nel noviziato, a consacrarsi al Signore e alla missione, nella famiglia comboniana». Quel giorno sapevo solo questo…
Siamo internazionali
Così, con tante incertezze e domande, ma anche con grande entusiasmo e desiderio (perché il covid aveva ritardato di due mesi la mia partenza), sono arrivata in Spagna e dopo qualche giorno a Madrid ho raggiunto Granada, sede del postulato europeo delle Suore missionarie comboniane. In realtà, quest’anno la comunità si è aperta all’Africa e all’America Latina: a fine novembre sono arrivate le mie due “compagne di percorso”, Basma dall’Egitto e Paola dalla Colombia. Che grande ricchezza! E che dono immenso poter condividere questo cammino con altre giovani, in un tempo in cui non sono molte quelle che fanno una simile scelta.
Il dono delle differenze
La possibilità di vivere in una comunità caratterizzata da grande diversità culturale e generazionale è un aspetto importante di questi mesi a Granada. È una sfida e una “palestra” molto stimolante e arricchente: oltre a noi postulanti, la comunità è composta dalla formatrice, della Costa Rica, da una comboniana dell’Etiopia e da due della Spagna.
La più giovane ha 26 anni e la più anziana 77. Imparare a entrare nei ritmi della comunità, crescere nella pazienza e nella disponibilità rispetto a tante esigenze, spesso impreviste, cercando di trovare un punto di incontro, adattandosi a modi di pensare e di organizzare le cose che non sempre seguono la mia logica, è un esercizio quotidiano che fa crescere molto.
Un salto in consapevolezza
Condividere la vita con persone tanto diverse mi ha aiutato a conoscermi meglio, a esercitarmi nel donare il mio tempo e le mie capacità, ad accogliere le occasioni per perdonare e lasciarsi perdonare. Sul versante più “pratico” ho imparato a guidare i momenti di preghiera della comunità, e anche a guidare meglio l’auto, cosa che non avevo avuto modo di fare in Italia! Non sono mancati alcuni momenti di svago e “turismo”, come la visita all’Alhambra (il palazzo reale di Granada costruito dagli arabi), una grigliata in montagna e una gita al mare con il parroco e alcuni volontari. Il clima di serenità e accoglienza che si crea per tanti piccoli momenti conviviali mi rende sorpresa e grata: è il Signore che ci unisce!
Un’altra occasione di comunione e crescita è stato il servizio settimanale alla Caritas locale per la preparazione e distribuzione di pacchi cibo per le famiglie più bisognose del quartiere. I volontari e le volontarie con cui ho lavorato sono stati sempre cordiali e accoglienti; la loro disponibilità e l’amicizia che esiste da tempo tra la comunità comboniana e tante persone del quartiere mi hanno reso parte di un progetto più grande: mi sono sentita in famiglia!
Tempo di esplorazione...
Oltre alla vita comunitaria e al servizio, in questi mesi Basma, Paola e io abbiamo seguito molte attività di formazione. A livello umano, abbiamo approfondito la conoscenza di noi stesse, della nostra storia e delle nostre ferite, per imparare a crescere in libertà e consapevolezza. A livello cristiano abbiamo trattato il tema dei sacramenti e abbiamo conosciuto meglio la storia della congregazione. Oltre a frequentare due corsi di Scienze religiose presso la facoltà teologica, abbiamo seguito gli incontri intercongregazionali di formazione su preghiera, discernimento e vita comunitaria offerti per “postulanti” nel Sud della Spagna. Purtroppo la maggior parte di queste attività si sono svolte online, ma sono state ugualmente valide e arricchenti. Ho potuto conoscere altre giovani e ragazzi in percorsi di formazione simili al mio: una bella occasione di confronto.
… e di ascolto
Per aiutarci a fare ordine in tutti questi stimoli e renderli fecondi per il nostro cammino personale, ogni due settimane avevamo un colloquio di accompagnamento con suor Maureen, la nostra “formatrice”; attenta, paziente e disponibile proprio come una mamma!
A dare unità e direzione a un’agenda tanto intensa, c’è sempre stata la preghiera: crescere in questo aspetto, approfondendo la relazione con il Signore e imparando ad affidarsi sempre di più a Lui, credo sia la cosa più importante di questo tempo. È la sua presenza che mi conduce e trasforma, insegnandomi a essere più aperta e benevolente, più serena e fiduciosa, più capace di disponibilità e gratuità. Così tante rigidità si sciolgono, e aumentano libertà e gioia.
In quest’anno di “postulato” è aumentato in me il desiderio e il “gusto” di stare con il Signore che continua a incoraggiarmi. Sentirmi sostenuta, conosciuta e chiamata, anche nella mia piccolezza e mancanza di grandi certezze, mi induce a rispondere all’invito del Vangelo: «Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date».