Atterro in Kenya nel 1975 e dopo tre mesi raggiungo Sololo. Nel viaggio faccio tappa a Laisamis: il luogo mi spaventa per il caldo, le zanzare e i serpenti; ma proprio lì vado a finire poco dopo, e la vita diventa splendida grazie alla relazione con la gente. Nel 1986 sono inviata ad Amakuriat, tra i Pokot: sono sempre in armi per le razzie di bestiame con i popoli vicini. La missione, aperta nel 1984, è su una montagna e la si raggiunge dopo ore di salti su una strada pietrosa che attraversa centinaia di piccoli torrenti: nella stagione delle piogge si aspetta che l’acqua scenda, ma alcuni pastorelli li guadano comunque attaccandosi alla coda delle mucche.
Le prime comboniane vi arrivano nel 1985: Amelia Ghielmetti per le donne, Rosanna Ghisla per la parrocchia ed Encarnación Pérez per la sanità. A me sono affidate 25 ragazze della scuola primaria residenziale, che appena possono scappano. «Noi non ci facciamo suore!», ripetono. Io rido e spiego che sono lì perché possano studiare. Nel 1987, per incrementare il numero degli alunni mi viene chiesto di aprire la scuola d’infanzia. Il giorno fissato per le iscrizioni si presentano alcuni anziani: vogliono studiare anche loro! Iniziamo con un gruppo in chiesa, mentre quello dei più piccoli è sotto un albero. Rimango ad Amakuriat 12 anni e vi ritorno dopo altri 15: che cambiamento! Delle mie prime ragazze nessuna è suora, ma sono maestre, infermiere, segretarie e anche poliziotte. Le razzie di bestiame sono un ricordo del passato: il Vangelo e l’educazione hanno fatto il miracolo!