Partire per la missione era il vecchio sogno nel cassetto dei miei vent’anni, che poi si è perso negli ingranaggi della vita: la laurea in medicina, il matrimonio, il lavoro, un figlio. Durante gli incontri di preparazione al viaggio si ascoltava chi aveva già vissuto l’esperienza… Allora era possibile! Non sarei morta di caldo, né di fame, né di malattie misteriose e incurabili! E magari avrei visto uomini e donne diversi; diversi alberi, diversi fiori e animali, e poi i bambini africani!! Erano proprio così straordinariamente belli come apparivano nelle foto?
La curiosità è stata più forte delle paure, e così, insieme all’amica Antonia, partiamo. Destinazione Kenya, missione di Amakuriat, nelle terre dimenticate del Nord-ovest, al confine con l’Uganda.
Voliamo a Nairobi facendo tappa a Istanbul: non bastavano le paure dell’Africa, si aggiungono anche quelle degli attentati. Eppure il volo è splendido e, arrivando a Nairobi, siamo accolte dalle suore. Una di loro è bresciana come noi, e ci sentiamo subito a casa. In città restiamo una settimana, ma non ci piace: è caotica, inquinata, si respira un’aria di pericolo. Comunque le comunità delle missionarie sono piccole oasi di pace.
Finalmente da Amakuriat arriva la jeep che ci porterà nella “nostra missione”. Partiamo presto, col buio, per un viaggio di 650 chilometri. Gli ultimi centocinquanta sono su strada sterrata; al confronto, però, le nostre mulattiere di montagna sembrano autostrade. Infiniti gli attraversamenti di piccoli fiumi. Se piove non si può passare e si aspettano anche mezze giornate tra cespugli spinosi e qualche animale selvatico. A noi è andata bene: solo sette ore di strada sterrata e ce la caviamo con un po’ di mal di collo e lo stomaco rivoltato. Arriviamo di notte. Ad accoglierci, suor Gabriella Vangelisti, con un vassoio di patatine fritte!
Amakuriat è terra dei Pokot, un popolo di pastori guerrieri che vivono in capanne di paglia e fango nascoste fra gli alberi e circondate da alti pali o rami spinosissimi, che servono a tenere lontani gli animali selvatici e qualche malintenzionato.