Il 2020 è considerato anche l’anno di svolta per l’Accordo di Parigi sul cambiamento climatico, siglato nel dicembre 2015 dalla 21ª “Conferenza delle parti” (Cop21): dopo il fallimento di Cop25, terminata il 15 dicembre scorso a Madrid con un nulla di fatto, Cop26 dovrebbe rilanciare gli impegni finora “assunti volontariamente” da ogni Paese firmatario. Purtroppo gli Usa, secondi alla Cina per emissioni di gas serra, e l’Australia stanno uscendo dall’Accordo, mentre Brasile e Arabia Saudita contrastano apertamente l’impegno a contenere l’aumento di temperatura del Pianeta entro 1,5 °C. Anche le promesse di Cina e India per ridurre le centrali più inquinanti, quelle a carbone, non sono state mantenute. Che dire? Gli scenari che si profilano per tante forme di vita ospitate su questo meraviglioso pianeta, umana inclusa, non sono consolanti.
Quello che spaventa di più, però, non è tanto il futuro che ci attende, quanto la persistente incapacità di tanti e tante a operare scelte coraggiose nel presente.
Forse spaventano la complessità degli interventi e le loro impreviste conseguenze, anche sull’occupazione e l’economia? E allora, sempre nel 2020, dal 26 al 28 marzo è atteso ad Assisi un incontro internazionale sulla “Economia di Francesco”: vi partecipano giovani economisti, imprenditori e imprenditrici che studiano e osano sperimentare un’economia diversa.
E il 2020 vedrà anche il Forum regionale sulle migrazioni, primo momento di verifica del Patto globale per una migrazione sicura, ordinata e regolare approvato il 19 dicembre 2018 dall’Assemblea Generale dell’Onu. Il Patto costituisce per le migrazioni quello che l’Accordo di Parigi rappresenta per clima. L’Italia non lo ha firmato e i media nostrani non ne parlano – Combonifem gli dedica invece ampio spazio nel dossier.
Il nuovo anno, con i suoi appuntamenti, declina un’urgenza: cambiare mentalità, relazioni, stili di vita e l’anima dell’economia, perché quello che evitiamo di “pagare” oggi in riconversione industriale, mobilità sostenibile e una sana gestione delle migrazioni avrà costi ben maggiori nei prossimi decenni.
Gli abissi di inconcludenza del 2019, spesso alimentati da promesse elettorali divisive e miopi, possono indurre alla disperazione o invitare alla sosta operosa, che impegna a raccogliere informazioni attendibili, vagliarle senza pregiudizi, discuterle senza scontri verbali e farne oggetto di politiche lungimiranti.
Una spiritualità che nutre il futuro.
La prima sfida da raccogliere è quella di un’informazione veritiera e accurata: alla fine del 2018 ne ha fatto menzione il presidente Mattarella, lo ribadisce in ogni piazza il Movimento delle sardine e, di recente, lo ha sottolineato anche la neoeletta presidente della Corte Costituzionale, Marta Cartabia.
È una sfida che, come testata giornalistica, nel nostro piccolo anche quest’anno intendiamo affrontare: continueremo ad approfondire e raccogliere prospettive “altre”, recepire sane provocazioni, anzitutto dalle donne, e volgere lo sguardo oltre confine.
Nel 2020 la rubrica “Ben-essere” è dedicata alle azioni ispirate alla Laudato si’; la nuova rubrica di Serena Noceti, “Il tempo della raccolta”, offre frutti di “riforma” dall’Amazzonia. E il “percorso dossier” lo iniziamo sui passi delle persone migranti, vulnerabili potenzialità di futuro che la malapolitica riduce spesso a scorie da eliminare.
Buona lettura, per alimentare il 2020 di scelte coraggiose. Le vostre!