Il Pil africano, secondo quanto scritto nel rapporto, continua a salire. Nel 2019 l’incremento si è attestato sul 3,4%, quest’anno aumenterà di mezzo punto e nel 2021 supererà leggermente il 4% (4,1%). Questa crescita è guidata da una trentina di Paesi su 54. L’Afdb sottolinea che sei delle dieci economie in più rapida crescita al mondo sono in Africa: Ruanda (8,7%), Costa d’Avorio (7,4%), Etiopia (7,4%), Ghana (7,1%), Tanzania (6,8%) e Benin (6,7%).
L’istituto finanziario panafricano rileva che per la prima volta, in oltre un decennio, questo incremento è in gran parte il risultato di investimenti, soprattutto nelle infrastrutture, piuttosto che di consumi o esportazioni di materie prime. Infatti, la crescita delle economie che dipendono dal petrolio o dalle miniere è oggi più lenta. È il caso di Nigeria e Sudafrica, le prime due potenze economiche del continente.
Il rapporto della banca formula alcune raccomandazioni per stimolare la crescita. È necessario, in particolare, accelerare gli investimenti nella formazione a tutti i livelli preparando i giovani al mercato del lavoro e, soprattutto, a «salire sul treno della quarta rivoluzione industriale» e continuare a investire in infrastrutture.
Il presidente dell’istituto saluta la performance delle economie africane, ma secondo Akinwumi Adesina «non conta la crescita del Pil». È indispensabile, ha aggiunto, che la crescita economica del continente vada a beneficio del maggior numero di africani, soprattutto quelli che adesso sono più poveri.