Il 9 maggio di 70 anni fa ha segnato l’avvio di un processo rivoluzionario. Con la sua Dichiarazione, Robert Schuman annunciava la nascita di una Comunità radicalmente nuova nei principi che la ispiravano e la guidavano.
La nascita di un’Unione che avrebbe reso “non solo impensabile, ma materialmente impossibile” la guerra sul continente europeo.
Settanta anni dopo l’Europa celebra questo anniversario minacciata da un pericolo diverso, ma ugualmente rischioso per la sua coesione e il suo futuro. La pandemia non è una guerra, ma le conseguenze saranno ugualmente devastanti.
C’è poco da dire, in questi giorni o si completa la svolta europea sull’economia o ci sarà poco da raccontare dopo. È necessario infatti sbloccare alcune partite fondamentali, senza le quali tutta l’Unione avrà un contraccolpo all’emergenza Coronavirus che potrebbe ucciderla, se non nei fatti, ma di certo nella sostanza.
Ruolo cruciale di unione e “cucitura” in questo complesso momento di scelte vitali, è quello svolto in questi mesi da Ursula Von der Leyen e Christine Lagarde.
È della presidente della Commissione Europea la lettera arrivata al direttore di Avvenire. Una dichiarazione di sensibilità e resilienza: gli unici mezzi che possono far vincere l’Europa contro «un nemico sconosciuto e una crisi senza precedenti per portata e repentinità. Di questo passo falso paghiamo le conseguenze ancora oggi – scrive Von del Leyen -. Ma l’Europa adesso si è rialzata ed è unita e questo grazie all’ondata di solidarietà che attraversa tutta l’Unione».
«Nelle ultime settimane abbiamo visto medici e infermieri in pensione rimettersi al lavoro e milioni di persone offrirsi per prestare aiuto in qualsiasi modo. Abbiamo visto ristoranti consegnare cibo al personale medico esausto, case di moda confezionare camici d’ospedale e produttori di automobili mettersi a fabbricare ventilatori polmonari. Questa solidarietà è contagiosa, ed è al centro della nostra Unione. Grazie a questa spinta la vera Europa è tornata. Quella che si unisce per riuscire in un’impresa che sarebbe impossibile per ciascuno singolarmente».
Ma questa volta è importante scegliere un modo nuovo, diverso, riuscire in questa impresa. La presidente Von der Leyen, la cancelliera Merkel, Christine Lagarde e tutti i leader dell'UE hanno un potere enorme: hanno la possibilità di tirare fuori l’Europa da questa crisi, far ripartire l’economia e farlo nel modo migliore, in un mondo più verde e sostenibile.
Questo nuovo Green Deal può diventare una svolta per la ripresa, investendo centinaia di miliardi di euro l'anno per creare posti di lavoro "verdi" e rendere le nostre economie pulite ed eque. Perché queste ripartenza non aggravi ancora di più la crisi ambientale che dovremo affrontare.
È una speranza di tutte e tutti i cittadini dell’Europa e del mondo.
Una richiesta che tutte e tutti noi possiamo sottoscrivere.
Ma principalmente è l’unico vero modo per ripartire davvero.
E bisogna attuarlo subito.