Da sempre siamo stati impegnati in parrocchia e nell’oratorio del nostro paese.
Qualche anno fa Walter è andato in pensione e voleva vivere questa nuova fase della sua vita mettendo a disposizione, come volontario, il suo tempo e la sua esperienza di elettricista. Proprio in quel periodo si trovava a casa suor Silvia Piantoni, missionaria comboniana in Brasile. Era tornata da un breve periodo a Betania, in Terra Santa, e gli propose di contattare le suore di là per vedere se avessero bisogno del suo servizio.
Da allora Walter è stato ben quattro volte a Betania, prestando il suo servizio volontario nella manutenzione della casa e in altri lavori. Io, per motivi di lavoro, non ho potuto accompagnarlo, ma lo scorso dicembre ho preso qualche settimana di ferie e finalmente siamo partiti insieme.
Vivere un’esperienza missionaria vuol dire lasciare la vita di sempre e partire; non rimanere troppo ancorati alle cose possedute, alle abitudini, e anche agli affetti. Sebbene per i nostri figli non sia stato facile accettare di non vederci per un po’ di tempo, la nostra famiglia ci ha sempre sostenuto in questa scelta.
Da anni aspettavamo questo momento. Ci ha sempre affascinato il pensiero di poter visitare i posti dove Gesù ha vissuto, vedere i luoghi dove sono avvenuti i fatti dei Vangeli: vederli e viverli è tutt’altra cosa che immaginarli!
La meraviglia di conoscersi
Betania ha un fascino particolare: è il luogo dove Gesù aveva amici e si sentiva a casa. E anche noi a Betania abbiamo avuto la gioia di vivere una bella amicizia con le suore di quella comunità, condividendo con loro i ritmi della giornata, con l’alternarsi di lavoro e preghiera.
Raccontandoci reciprocamente il nostro vissuto, abbiamo scoperto come Dio accompagna ognuno e ognuna nelle vicende della vita: noi nella vita familiare e coniugale, loro nella vita spesa per gli ultimi.
Per noi ascoltare e conoscere le loro vite è stato importante e molto arricchente. Abbiamo capito che non solo la Terra è Santa ma lo sono anche le persone che in questi luoghi cercano di mantenere vivo il ricordo e la memoria di Gesù, non di poco conto quando i cristiani sono una piccola minoranza poco più che tollerata. Oltre alla Casa di spiritualità, che accoglie pellegrinaggi e ritiri spirituali, le missionarie comboniane gestiscono una scuola materna, affiancano le comunità beduine e sostengono le donne rifugiate. Con profonda convinzione vivono il dialogo interreligioso con ebrei e musulmani.
Povera Gerusalemme!
Durante il nostro soggiorno, la scelta ingiusta del presidente Usa, Donald Trump, di trasferire l’ambasciata a Gerusalemme ha scatenato una protesta violenta, che si è fatta sentire anche a Betania.
Si è temuto l’inizio della terza Intifada. Per qualche giorno nessuno usciva di casa e la paura era palpabile. Al di là del muro i palestinesi lanciavano pietre e bottiglie incendiarie, che colpivano anche la casa delle comboniane.