Papa Francesco arriva in San Pietro. Vicino al cancello centrale della Basilica vaticana c’è il Crocifisso «miracoloso» di San Marcello, che nel 1552 fu portato in processione per i quartieri di Roma perché finisse la «Grande Peste».
Unico compagno del pontefice è monsignor Guido Marini, maestro delle cerimonie liturgiche pontificie. Inizia qui la preghiera di Francesco per l’umanità. Solo in una piazza deserta per le restrinzioni del Covid. Intorno solo buio, sirene in lontananza e la pioggia che batte.
«Ci siamo ritrovati impauriti e smarriti, presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa. Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme».
In questo tempo così particolare dove anche condividere le celebrazioni religiose è diventato un ricordo lontano, la comunità diventa reale nelle sue parole e il mondo, attraverso gli schermi, si stringe in un unico abbraccio virtuale.
Ha poi menzionato quelli che «nella paura, hanno reagito donando la propria vita» e che «stanno scrivendo oggi gli avvenimenti decisivi della nostra storia», citando, tra gli altri medici, infermieri e infermiere, addetti dei supermercati, addetti alle pulizie, badanti, trasportatori, forze dell’ordine, volontari.
Il Papa ha rivolto poi un richiamo alla Chiesa e a tutti i suoi esponenti: "Pensiamo oggi ai tanti uomini e alle tante donne al servizio di Dio che non si staccano dal popolo, che anzi, vanno a servire il popolo". E cita la foto mostratagli in questi giorni di un giovane prete di campagna, di un paese dove ha nevicato da poco, che "va nella neve a portare l'ostensorio nei piccoli paesini, e non importa la neve, non importa il bruciore delle mani" al contatto con il metallo. L'importante è portare "Gesù tra la gente".
Perché mai come ora, forse, riusciamo a comprendere la situazione di chi in varie parti del mondo non ha la possibilità di celebrare, né di ritrovarsi per i sacramenti.
Noi possiamo celebrare nell'intimità della quarantena, magari accogliendo letture altre, come Querida Amazzonia, che possono aiutarci a comprendere le indicazioni del recente Sinodo e a riflettere sulle indicazioni e sui comportamenti da prendere per ripartire con più consapevolezza, più speranza, più unione.