Il cammino come stile di vita diffuso è una riscoperta recente. Sotto l’assillo delle malattie cardiocircolatorie, della forma fisica perfetta, e ora dell’ambiente, è scattata, dopo l’euforia della meccanizzazione di oltre mezzo secolo, la molla che ci ha fatto alzare in piedi da scrivanie, poltrone e soprattutto dai sedili delle automobili. Ci siamo rimessi in marcia.
Camminiamo
Camminiamo in tutti i modi: facciamo trekking, nordic walking (con i bastoncini), light hiking (passeggiata lenta), hidro hike (nell’acqua, sui letti dei torrenti), urban walking (in città, fra i monumenti). E intanto, siamo una manna per i produttori di scarpe, zainetti, magliette e giubbini in tecnofibra antisudore, antivento, antingombro; per i tour operator e perfino per i produttori di bevande, che fanno ormai a gara nel proporre su internet camminate di gruppo organizzate nei minimi dettagli: nei deserti, a zonzo per le isole, per i parchi regionali, fra vini, vigneti e specialità gastronomiche, e perfino fra santuari e monasteri. Il Cammino di Santiago, che ogni anno attira decine di migliaia di pellegrini, è diventato un volano per l’economia delle numerose regioni che attraversa, ispirando altrove la creazione di itinerari simili.
Nel silenzio
Sotto la spinta di un malessere che parte da dentro – e le donne se ne rendono sempre più portavoce– negli ultimi anni si avverte l’esigenza di ritrovare una dimensione del cammino più solitaria e interiore. Di un’esperienza rigenerante che, attraverso il silenzio, sottraendoci alla ormai nevrotica connessione a un mondo che non ci dà tregua, ci faccia percepire i ritmi dei nostri passi e del nostro respiro, il filo dei nostri desideri, il senso del nostro vivere e far parte della natura.
Sono esperienze che spesso raccontano alpinisti e scalatori e che possiamo cogliere attraverso i diari millenari di mistici, santi, saggi di ogni cultura e di ogni religione. Sono risposte al bisogno di ritrovare sé stessi, che raccoglie un’offerta sempre più ampia e diversificata di meditazione e di riposo in monasteri e strutture di diverse comunità religiose: 123mila i posti letto offerti dalle strutture cattoliche per vacanze alternative, censiti dal Vaticano nel 2018. Centinaia i monasteri, i conventi, gli eremi e i santuari che, sparsi nella penisola, dal Piemonte al Veneto, alla Calabria, in cima ai monti o in mezzo ai boschi, offrono ospitalità. Da notare che i più numerosi utenti di questo turismo spirituale risultano essere i professionisti.
Non solo in cima alle vette
Dopo aver scalato l’Everest e calpestato i ghiacci del Polo Nord e del Polo Sud in solitaria, aver vagato nei cunicoli sotterranei delle metropoli e aver fatto escursioni senza meta intorno a Oslo, la sua città, il norvegese Erling Kagge, 51 anni, invita a riconoscere la meraviglia del silenzio come esperienza che ciascuno e ciascuna di noi, fra mille impegni, può vivere ogni giorno, anche nel frastuono della città.