È stato presentato ieri il Dossier statistico immigrazione 2019.
La pubblicazione corposa e densa, che Idos divulga puntualmente ogni anno in questo periodo, è un’opera accurata, costellata di numeri e tabelle.
Il dossier 2019 fotografa puntualmente la situazione del 2018 e offre, ancora una volta, indicazioni che sfatano i pregiudizi alimentati dalla politica della paura. L’invasione non è mai esistita, e tanto meno esiste oggi; quel che preoccupa, invece, rispetto agli anni scorsi, è l’aumento delle presenze “irregolari”, effetto paradossale del “decreto sicurezza” 2018.
La fuga da guerre e violenze non costituisce la motivazione principale delle migrazioni, sebbene sia particolarmente drammatica; esistono invece diseguaglianze scandalose e crescenti, in termini di possibilità e qualità della vita, che alimentano la mobilità umana.
A livello mondiale, un elemento di rilievo emerso quest’anno è l’aumento di migranti ambientali, vittime del degrado sofferto dalle proprie terre.
La lettura completa del tomo lascia emergere una molteplicità di sfaccettature, tutte degne di attenzione. La sintesi del dossier, di più facile consultazione, ne lascia emergere soltanto alcune.
Nel panorama italiano, le donne costituiscono ancora la maggioranza della popolazione immigrata, che al 52% è di religione cristiana. Il 60% dei permessi di soggiorno per residenti non comunitari sono di lungo periodo e l’acquisizione di nuovi permessi avviene soprattutto per motivi familiari. Ciò esprime il desiderio di “stabilizzarsi” e rendere la propria presenza meglio inserita nel contesto ospitante: «A segnali di sempre più grande stabilizzazione e radicamento da parte della popolazione straniera in Italia, continuano a fare da contrappunto dinamiche e politiche di esclusione e discriminazione che disconoscono il carattere strutturale dell’immigrazione nella società italiana».
Il crescente impegno imprenditoriale della popolazione immigrata è altro elemento degno di nota, in controtendenza con la contrazione del mercato del lavoro nel nostro Paese.
Da ricordare, comunque, che al di là dei numeri e delle tabelle ci sono volti e nomi, persone in carne e ossa, ciascuna con la propria storia. E il modo più efficace per vivere bene, tutti e tutte, è conoscerle e riconoscere che non costituiscono tanto una minaccia quanto un arricchimento. In reciprocità, seppur non sempre facile da vivere.
Soltanto nell’incontro con persone “altre” da noi l’orizzonte si amplia: allora tutti e tutte, con grande serenità, possiamo percepirci “stranieri residenti” su questa Terra che generosamente ci ospita.