Il 29 novembre 2019 tutti e tutte in piazza per il 4° Sciopero globale per il clima.
L’iniziativa, avviata in sordina a Stoccolma nell’agosto 2018 dalla giovane svedese Greta Thunberg (classe 2003), oggi abbraccia il mondo. È guidata da ragazzi e ragazze, ma la partecipazione di adulti sensibili alla questione climatica è crescente, perché l’evidenza dei danni ambientali innescati dalle azioni umane è chiara: nel 2019 sono stati registrati picchi di caldo ed eventi meteorologici estremi molto preoccupanti (in rosso sulla mappa quelli riconducibili a noi “esseri umani”).
Coloro che si ostinano ancora a negare che Il clima è (già) cambiato devono fare i conti con la realtà.
Lo sciopero di venerdì 29 novembre lo riafferma, ma esprime anche un’evoluzione dell’impegno giovanile a maturare in consapevolezza: molti “scioperi” integrano la presenza in piazza con seminari di studio organizzati insieme alle università e alle scuole.
Per salvare la nostra vita sul pianeta Terra non basta l’azione politica di scioperare, è necessario anche cambiare il proprio stile di vita, e farlo con cognizione di causa.
E mentre a Madrid sta per iniziare la 25° Conferenza mondiale sul clima (Cop25), con il tira e molla dei compromessi, le marce globali ci ricordano che la “conversione ecologica” riguarda ognuno e ognuna di noi, a partire dalle scelte quotidiane di consumo e di gestione del proprio territorio.
Il cambiamento arriva, anche dal basso.
Grazie, giovani, per averci dato la sveglia!