Se la violenza contro le donne non fosse pervasiva e dilagante, la ricorrenza del 25 novembre non avrebbe motivo di esistere.
Ma a vent’anni dalla sua istituzione, la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, purtroppo, continua a essere rilevante.
Come esplicitato dall’Osservatorio Interreligioso sulle Violenze contro le Donne (Oivd), oltre alla violenza di tipo fisico, continua «un’aggressione che offende la dignità di un’esistenza in prima persona, la sostanza intima della vita. È una violenza opaca, annichilente, subdola, immiserente, misteriosamente pervasiva, che si insinua soprattutto tra le pieghe dell’ambiente familiare. Come in passato, colpevolizza le stesse vittime».
È una violenza che ingabbia in stereotipi deformanti, già a partire dalla scuola e dai giochi per l’infanzia. È una violenza che impone ruoli “di genere” prestabiliti, e, così facendo, soffoca la meraviglia relazionale dell’umanità.
«Di tutto ciò, quanto le religioni sono responsabili? L’ispirazione originaria ne è estranea? - continua il comunicato dell’Oivd. - Le sapienze delle fedi contengono un’ispirazione rispettosa delle creature, a qualsiasi sesso appartengano, e ne celebrano la dignità. Le culture e le istituzioni religiose del nostro mondo, però, per come storicamente si sono sviluppate e costituite, rappresentano l’eclisse dell’alleanza tra maschile e femminile e il precipitare progressivo nell’ingiustizia tra i due sessi.
Pertanto le religioni, fino a quando non assumeranno consapevolezza di tale furto e fino a quando non muteranno questo ordine ingiusto ed escludente, sono corresponsabili delle iniquità - e del peccato - della violenza sulle donne».
Per questo Combonifem ha raccolto l’impegno dell’Oivd a far emergere e trasformare ogni violenza che si annida nei “credi” delle religioni. A questo impegno è dedicato il presente dossier.
In Paesi sempre più multi-culturali, come la stessa Italia, l’alleanza fra persone di culture e religioni diverse è essenziale per risolvere una sfida trasversale e multiforme: quella che ancora, a ogni latitudine, relega ai margini le potenzialità di vita delle donne.
È una violenza che impoverisce tutta l’umanità, anche quelli che si credono “vincitori”.