L’assenza di attenzione al dilemma di tante famiglie con genitori che tornano al lavoro mentre figli e figlie minorenni restano a casa è una pecca inquietante che pervade la “fase 2”.
La “ripartenza” zoppica, perché l’autorevole task force guidata dal manager Vittorio Colao aveva troppe poche donne: 4 su 17 rappresentanti.
Il 12 aprile la petizione #datecivoce aveva già suonato un campanello d’allarme, rimasto, purtroppo, inascoltato.
Come sarà possibile un “rinascimento” in cui l’economia e la società siano più eque e sostenibili, se le grandi esperte nel conciliare vita e lavoro, le donne, vengono ancora relegate ai margini?
Per osare nuove forme di economia è necessario essere consapevoli della complessità della vita e indicare possibilità di rendere il lavoro e la “produttività” più a misura di persona.
Le donne lo fanno da tempo.
Combonifem ne aveva già parlato nel 2017, offrendo le loro prospettive per un’economia “riconciliata con la vita”.
Giuseppe Conte ha promesso più donne nella task force e nel comitato scientifico: attendiamo con fiducia, perché senza il loro apporto esperienziale le misure per emergere dalla tempesta sanitaria e sociale causata dal Covid-19 saranno ripiegate sul breve termine, lungo sentieri costellati di “Pil” e altri indicatori fuorvianti che già ci hanno condotto su un baratro.
Altro che “rinascimento”!