Il 1° settembre è iniziato un tempo speciale, che fino al 4 ottobre invita a sostare in ascolto della creazione, “casa” di tutti e tutte!
Dall’inizio di questo millennio il “Tempo del Creato” è maturato come iniziativa ecumenica che coniuga spiritualità e azione. La sua origine risale al 1989, quando l’allora patriarca di Costantinopoli, Dimitrios I, proclamò il 1° settembre, inizio dell’anno liturgico della Chiesa ortodossa, giornata di preghiera per il creato: «Con ansia notiamo la distruzione dell’ambiente naturale causata dall’umanità». La sua denuncia della “società dei consumi”, che alimentava e tuttora alimenta desideri illimitati e distruttivi, invitava alla conversione.
Per promuovere una diffusa coscienza ecologica, nel 1999 le Chiese cristiane propongono un periodo, detto “Tempo del Creato”, che nutre la consapevolezza della creazione come “casa” di tutte le forme di vita. Nel 2015 la Laudato si’ di papa Francesco ribadisce il concetto e avvia iniziative che spaziano ben oltre gli ambiti di fede cristiana.
Anche quest’anno dal 1° settembre al 4 ottobre, giorno di san Francesco d’Assisi, le iniziative sono molteplici e varie, sia a livello mondiale che in Italia.
Fra le azioni di mobilitazione non manca la petizione rivolta a chi ha responsabilità di governo: «La biodiversità del nostro Pianeta si sta disintegrando per mano degli esseri umani. I biologi stimano che stiamo portando le specie all'estinzione a una velocità fino a 1.000 volte superiore. Parallelamente, l'aggravarsi della crisi climatica sta causando l'innalzamento del livello del mare e condizioni meteorologiche sempre più estreme, che devastano vite e mezzi di sussistenza. La crisi climatica e il collasso della biodiversità sono crisi gemelle. Stiamo precipitando verso una catastrofe globale, che sembra essere irreversibile per la nostra casa comune. Agire in linea con la migliore scienza disponibile sulle crisi climatiche e della biodiversità è fondamentale per la salute e la sopravvivenza umana e planetaria». Firmare è un modo di agire, perché la comunità scientifica dell’Ipcc ha da poco rilanciato l’allarme: oggi mancano poco più di 6 anni al “limite”; dopo i danni ambientali e sociali diventeranno irreversibili.
La campagna per sottrarre finanziamenti alle fonti fossili e inquinanti, inclusa l’energia nucleare, è in atto da anni, e dal 2018 ricorre una imponente mobilitazione giovanile a livello mondiale e locale. A Verona, per esempio, è stata recentemente lanciata una piattaforma di coordinamento e la preparazione del prossimo “sciopero globale per il clima”, organizzato per il 24 settembre 2021, è già in corso.
Le opportunità per coinvolgersi a difesa della “casa comune” non mancano.
A noi la scelta!