Dal 2013, il 21 novembre ricorre in Italia la Giornata nazionale degli alberi, che si prefigge di valorizzare l’importanza del patrimonio arboreo e ricordare il ruolo vitale di boschi e foreste.
Forse, anche quest’anno, sarà celebrata piantando in qualche giardino pubblico piccoli alberi poi trascurati per il resto dell’anno e talvolta destinati a soccombere per mancanza d’acqua nei periodi di siccità.
Sarebbe meglio celebrarla coltivando una “relazione d’amicizia” con questi esseri viventi silenziosi e spesso ignorati. È importante alimentare una crescente “reciprocità di cura” per valorizzarne la presenza benefica anche nelle realtà urbane.
Una lodevole iniziativa in tal senso si è svolta il 12 novembre con una maratona “online” frutto di una collaborazione articolata e feconda: “Il respiro del mondo: piante in città fra pensiero e cura”.
A lato della Cop26, che si è conclusa in ritardo il 13 novembre a Glasgow tra le lacrime di frustrazione del suo presidente Alok Sharma, è stato siglato un accordo “ristretto” a 100 Paesi che si impegnano ad arginare la deforestazione.
L’impegno è da apprezzare, ma non basta, perché si dovrebbero piantare alberi e anche tanti, ma con criterio. L’appello a metterne a dimora “mille miliardi” ha sollevato non poche perplessità, sia in relazione alla fattibilità dell’iniziativa che ai suoi effetti sull’emergenza climatica, perché anche piantare mille miliardi di alberi ridurrebbe di appena del 25% l'anidride carbonica in atmosfera.
In conclusione, celebriamo la Giornata degli alberi riconoscendo anzitutto che anche loro sono esseri viventi e “senzienti”, che necessitano di nutrirsi e tessere relazioni simbiotiche con altri organismi vegetali e animali. Hanno la capacità di prendere decisioni per anticipare rischi futuri e sono amici preziosi per realizzare la “giustizia climatica”.