Continua la devastante aggressione del governo di Putin all’Ucraina e la prima vittima di questa follia è la “verità”.
I media russi che usano la parola “guerra in Ucraina” sono immediatamente chiusi e oscurati dal governo per impedire che la popolazione diventi consapevole di quanto sta accadendo. Putin continua a presentare l’operazione militare “speciale” della Russia come l’intervento che salva la popolazione russofona del Donbas dal “genocidio”. C’è chi si sottrae alla menzogna di Stato ricorrendo a Medusa, un portale in lingua russa che trasmette dalla Lettonia, ma la maggioranza della popolazione, soprattutto nelle zone rurali, rimane vittima della propaganda. Nelle città, dove arrivano maggiori informazioni, tanti e tante cittadine russe lo ripetono da una settimana: non è la loro guerra, è la guerra di Putin. E per manifestarlo pagano di persona con l’arresto; a oggi sarebbero più di 7.000, inclusi alcuni bambini e tante donne e femministe russe: «Le autorità non ci hanno percepito come un movimento politico pericoloso, e quindi rispetto ad altri gruppi politici siamo state temporaneamente meno colpite dalla repressione statale». Con parole molto chiare hanno condannato la guerra di Putin: «Dichiariamo, e non per la prima volta, che la guerra è stata condotta negli ultimi otto anni su iniziativa del governo russo. La guerra nel Donbas è una conseguenza dell’annessione illegale della Crimea». Molti giovani russi stanno anche lasciando il Paese per non essere arruolati in una guerra che loro stessi condannano.
La “verità”, però, è vittima anche sul fronte ucraino: quanti uomini si arruolano davvero con entusiasmo? Mentre lasciano moglie, figli, figlie, e anziani genitori sul confine di Polonia, Moldova, Ungheria e Romania le loro lacrime rivelano altro, e anche la Nato ha le sue responsabilità.
La “verità”, ovvero la capacità di riconoscere la complessità che pervade ogni situazione di conflitto, è la prima vittima di ogni guerra.
C’è un’altra “verità” che fatica a emergere: le sanzioni che escludono le banche russe dal circuito finanziario internazionale non includono i principali canali di pagamento per le forniture energetiche della Russia all’Europa, Sberbank e Gazprombank. Il gas che continuiamo a comprare attraverso di loro finanzia le bombe e i carrarmati che oggi devastano l’Ucraina.
Il digiuno più efficace di questa quaresima è quello dal gas: ridurne al minimo il consumo diventa azione di pace, come diffondere su tutti i fronti informazioni accurate.
Perché la pace si nutre di conoscenza e comprensione.