30 marzo 2022. C’è speranza: l’esercito russo dichiara una tregua in Ucraina.
Contrordine! I bombardamenti continuano: A Kiev distruggono i depositi di cibo, a Mykolaiv il palazzo della Regione e a Mariupol l’edificio della Croce Rossa.
31 marzo. Dalle 10 di mattina ci sarà una sospensione dei combattimenti a Mariupol per permettere l’evacuazione della popolazione civile. Contrordine! Niente di concreto…
E invece il corridoio umanitario inizia (finalmente!) con la partenza di 17 autobus, ma altri 28 aspettano ancora l’autorizzazione russa.
L’altalena di proclami e contro-proclami spiazza: farsi un’opinione informata dalla realtà diventa pressoché impossibile.
Come ogni guerra, anche quella che infuria adesso nel cuore dell’Europa è intrisa di violenza e menzogna. Stupri, esecuzioni sommarie e deportazioni imperversano e l’odio dilaga.
Per questo, da settimane, ogni venerdì le Donne in nero scendono in piazza: con il colore del lutto e i loro cartelli condannano militarismo e violenza.
Per questo continuano le carovane che portano aiuti a ucraini e ucraine sfollate dall’invasione russa.
Ma non bastano: la guerra è una follia “politica” ed è anzitutto la politica internazionale che può e deve fermarla.
L’Ue potrebbe farlo in modo più efficace se completasse l’unione politica, passo già richiesto dalla Conferenza sul futuro dell'Europa: deve rendere le sue istituzioni capaci di rispondere meglio alle sfide di oggi, inclusa quella causata dall'aggressione russa in Ucraina.
Per questo, adesso, è importante sollecitare il Comitato esecutivo della Conferenza, i presidenti dei gruppi di lavoro, i membri della Plenaria e le istituzioni rappresentate a rispettare la volontà già espressa dalla cittadinanza: adesso, senza tentennamenti e contrordini, l’Unione Europea può e deve diventare una grande democrazia federale.
La scelta non violenta di contrastare la guerra si esprime anche così: firmare la petizione è urgente!