Giovedì, 27 Ottobre 2022 19:32

Accoglienza è il nuovo nome della "sicurezza"

Oggi, 27 ottobre, è stato presentato il Dossier Statistico Immigrazione 2022, curato da Idos e altri enti collaboratori.

Nel 2021, a livello mondiale le persone migranti sono 281 milioni, di cui 169 "per lavoro"; e sono destinate ad aumentare.
In Italia, la popolazione immigrata è pari a poco più di 5 milioni di persone (8,8% della popolazione in Italia), per il 51,3% costituito da donne.
ll dossier offre quasi 500 pagine dense di dati e riflessioni; un breve video che ne presenta la versione sintetica, per comprendere, se ce ne fosse ancora bisogno, che l’immigrazione non è una minaccia all’ordine e alla sicurezza.

Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, usa proprio le parole “ordine e sicurezza” in relazione alle politiche volte a contrastare un’immigrazione forzatamente “irregolare”, perché priva di strumenti legali che possano renderla regolare già dal suo inizio.
Ha fatto eccezione la “protezione temporanea” attivata soltanto nel marzo scorso per l’emergenza ucraina, sebbene una direttiva europea la contemplasse da oltre vent’anni.

Il dossier offre una panoramica molto dettagliata, che spazia dalla presenza lavorativa alla spinosa questione della residenza. Senza il lavoro immigrato l’economia italiana che cosa farebbe?
Ma la segregazione lavorativa, in particolare delle donne, è ancora grave perché rende più difficile l’integrazione di chi arriva in Italia con l’intento di rimanervi e contribuire al suo benessere, oltre che a quello del Paese di origine. Il saldo tra entrate e uscite indica che anche nel 2021 la popolazione immigrata ha contribuito 1,3 miliardi di euro alle casse dello Stato italiano, perché le persone straniere in età lavorativa sono, in percentuale, molto di più di quelle italiane e, quando regolarizzate, pagano le tasse.

È in crescita anche l’imprenditoria straniera (+1,8%), ma le persone immigrate in povertà assoluta, che raramente percepiscono il reddito di cittadinanza o altri bonus, sono aumentate di circa 100.000 nell’ultimo anno.

È l’accoglienza che fa la differenza: valorizzare i talenti e le capacità di ogni persona, inclusa quella immigrata, migliora la qualità di vita e di relazione in tutta la società.
Per questo “accoglienza” è il nuovo nome della “sicurezza”.

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Il Centro di Comunicazione Combonifem è un stato costituito a Verona dalle Suore missionarie comboniane nel 2008.

Attraverso una rivista, un sito web e social media correlati promuove la dignità di ogni persona nel rispetto delle differenze di genere, di cultura e di religione, per far crescere società inclusive attente al bene comune.

Il nome stesso, “Comboni-fem”, esprime il valore della prospettiva femminile nella comunicazione ...

 

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