Le scosse fanno sussultare di paura, gettano nello sconforto, uccidono.
Sono le scosse sismiche, che continuano a far tremare la terra in Umbria, Lazio, Marche e Abruzzi. Il loro sciame, complice neve e gelo, inchioda nell’angoscia migliaia di persone.
Vite cancellate, case sventrate, e il frutto di anni di lavoro che si dissolve in un attimo. Quanta desolazione!
Ma ci sono altre scosse che gettano nella disperazione migliaia di persone. Non sono registrate dai sismografi, eppure sono violentissime: le scosse della follia omicida che si consuma fra le mura domestiche o fra persone che avevano stretto un legame profondo.
Per entrambe il disastro si può prevenire.
Lo sanno bene in Giappone, dove la terra trema sempre, ma raramente uccide. Lo sanno bene coloro che scrutano gli stereotipi sociali, soprattutto quelli di genere.
Prevenire…
Per le scosse telluriche sono proposti edifici antisismici, e per le scosse della violenza culturale?
Forse sarebbe il caso di pensarci, in modo serio: è una questione educativa. Possiamo pensare, fra le altre iniziative possibili, a educare al rispetto anche nella scuola?
C’è chi ha cominciato a farlo, a partire dalle scuole elementari e d’infanzia.
I risultati si vedranno fra anni, ma quello che importa è … avviare processi.