Donne a fianco di donne in passi di liberazione.
È il 1 febbraio: le donne si muovono con armonia nella “sala stampa estera” di via dell’Umiltà a Roma. Preparano il lancio della “Giornata internazionale di preghiera e riflessione contro la Tratta di persone” 2017 e degli eventi che a Roma la precedono.
Il Comitato organizzatore è ricco di istituzioni, anche prestigiose, ma la realizzazione è resa possibile anzitutto dalle donne. Quelle dell’Unione Internazionale Superiore Generali (UISG), religiose e laiche, insieme a giornaliste amiche, ci tengono a ribadire l’ampia collaborazione che ha promosso le iniziative, ma la dedizione che traduce le tante idee in eventi concreti è loro: delle donne. Quelle che hanno lavorato dietro le quinte e quelle che hanno preso la parola in pubblico.
“Sono bambini, non schiavi!” è il tema di quest’anno per la Giornata che viene celebratanel mondo l’8 febbraio, ma sarebbe più corretto dire: “Sono bambine, non schiave!”, perché del 28% di minori vittime di Tratta, il 20% è costituito proprio da bambine e ragazze.
E delle vittime nel mondo, il 71% è femminile. Una questione di genere?
Donne a fianco di altre donne, per incoraggiare passi di liberazione.
Iana Matei, laica rumena, e Rosalia Caserta, religiosa italiana, raccontano con naturalezza gesti quotidiani di cura e di fiducia. Curano le ferite, riaprono orizzonti di vita.
Fra loro un poliziotto, Gianpaolo Trevisi. Raccoglie storie terribili di sfruttamento e le converte in fiabe che traboccano di umanità. Direttore della Scuola di Polizia di Peschiera del Garda, elogia il lavoro di tessitura fatto dalle donne, che stanno imbastendo una grande rete di solidarietà per arginare la Tratta.
Anche grazie a loro la Giornata di preghiera è diventata una settimana di riflessione e approfondimento, con articolazioni molteplici in diverse parti del mondo: campagne nelle scuole, manifestazioni di piazza, seminari…
Dopo tre anni la Giornata cresce e si moltiplica in tanti giorni.
Con un sogno: che divenga un processo educativo a lungo termine, di mesi e di anni, per dissolvere, sin dall’infanzia, modelli di sopraffazione e relazioni malate.
Il modo migliore per prevenite la Tratta!