Siamo in attesa di un evento davvero speciale!
Manca meno di un mese all’inizio del Festival della Missione a Brescia.
Un esperimento di «Chiesa in uscita», secondo un’espressione cara a papa Francesco, imbastito da una gioiosa collaborazione della Conferenza degli istituti missionari italiani (Cimi) con l’Ufficio nazionale della Cei per la cooperazione missionaria fra le Chiese e il Centro missionario diocesano.
Dal 12 al 15 ottobre la città “Leonessa d’Italia” sarà pervasa da una girandola di avvenimenti che si intrecciano e prendono per mano giovani e meno giovani, offrendo molteplici esperienze di condivisione. Perché la missione è anzitutto circolarità di vita fra persone e popoli: una “migrazione reciproca” pervasa di fiducia.
Basta visitare il sito del Festival per accorgersene: si spazia dalle più tradizionali tavole rotonde agli originali “aperitivi missionari”, passando per musica, teatro, mostre e passi di intensa preghiera.
Una varietà che ha lasciato perplesso qualche missionario di lungo corso, più propenso a solide iniziative di formazione che a incontri spumeggianti nelle strade e nelle piazze. Ma suor Marta Pettenazzo, Missionaria di Nostra Signora degli Apostoli e presidente della Cimi, non ha dubbi: «Riteniamo che il Festival possa essere uno strumento privilegiato per condividere il dono del Vangelo, che non può essere proclamato solo all’interno delle nostre chiese e comunità».
Gerolamo Fazzini, artefice della proposta, desiderava anzitutto dirimere la situazione di stallo del mondo missionario italiano, che da alcuni anni sembra far fatica a comunicare con la società e la cultura di oggi.
La controversa questione dello “ius soli” lo dimostra.
Servono nuovi linguaggi, e questo esperimento invita ad esplorare altri orizzonti e anche a fare più spazio alle donne, per coinvolgere e lasciarsi coinvolgere dove l’umanità transita, socializza, si incontra, si confronta…e fa festa.
Sarà una bella occasione per parlare serenamente anche di “migrazione”, oltre la paura che evita l’incontro o lo trasforma in scontro.
Perché l’opposto della paura, forse, non è tanto il coraggio quanto la fiducia.
Insomma, vi aspettiamo al Festival!