La festa dei Santi e delle Sante è stata travolta dalla notte di Halloween. Importata dagli Usa, ora imperversa anche in Italia.
Bambini e bambine, con volti di Dracula, mummia o “morte secca”, entrano nelle case la sera tardi, in cerca di dolcetti. Sulla scia di questa moda, un quartiere di città si è animato per iniziativa di mamme e maestre: avevano nascosto i dolcetti nelle case di persone anziane e sole, visitate alla sera da bambini e bambine mascherate che cantavano «scherzetto o dolcetto?». Con entusiasmo, rovistando qua e là, scoprivano il dolcetto e salutavano. Una simpatica trovata per sciogliere la diffidenza e l’anonimato che spesso separano tanti “vicini di casa”.
Anche la notte, con travestimenti più o meno macabri, diventa occasione di aggregazione per giovani e meno giovani, uomini e donne. Ma non sempre la festa, per qualche bevuta di troppo, risulta pervasa di gioia.
Halloween, che deriva dall’inglese arcaico All Hallows’ Eve, significa “vigilia di tutti i santi”. Originariamente costituiva una sintesi di sacro e profano: una tradizione celtica di fine estate assunta dalla tradizione cristiana: far memoria di coloro che lasciano scie luminose nella vita propria e altrui.
Allora, perché oggi in Halloween prevalgono tratti macabri, più inclini alla stregoneria che alla santità?
Quando il protestantesimo abolì la festa di Ognissanti, la ricorrenza assunse toni laici e di folclore. Diffusa negli Usa con le migrazioni dal nord Europa, dal secolo scorso è divenuta una grande ricorrenza del consumismo: quest’anno negli Usa è costata oltre 9 miliardi di dollari!
Per questo serve una sosta, occasione per ritrovare il senso profondo del All Hallows’ Eve. Perché la festa dei Santi farebbe bene a uscire dalle chiese e pervadere di più le case e le famiglie. Lo spunto lo ha offerto papa Francesco: «… è una festa di famiglia, di tante persone semplici e nascoste che in realtà aiutano Dio a mandare avanti il mondo. E ce ne sono tante, oggi! Ce ne sono tante. Grazie a questi fratelli e sorelle sconosciuti che aiutano Dio a portare avanti il mondo, che vivono tra di noi».
Ecco l’invito: scoprire i santi e le sante “della porta accanto” e con loro creare “belle comunità umane”, di cui oggi c’è tanto bisogno.