25 anni a difesa della libertà di cercare e raccontare quanto avviene, perché l’informazione è una grande potenza, anzi, una “super potenza”.
La Giornata mondiale della libertà di stampa oggi si declina come libertà, pluralismo e indipendenza in tutti i media, incluso il mondo pervasivo e controverso della “rete”. Libertà, pluralismo e indipendenza dai così detti “poteri forti” sono elementi decisivi per alimentare la convivenza civile. La mancanza di trasparenza, invece, può avvelenarla.
Perciò è bene suonare l’allarme insieme a Reporter senza frontiere, che denuncia il deterioramento della libertà dei media in Medio Oriente e Nord Africa.
Anche in Europa il giornalismo d’inchiesta non gode più della salute di un tempo; in Italia la situazione è migliorata rispetto al 2017, ma emergono riserve per l’esito delle ultime elezioni politiche.
Il Global Media Monitoring Project redatto ogni cinque anni dalla Wacc (Associazione mondiale di comunicazione cristiana) offre una panoramica che fa pensare: le donne rimangono decisamente sottorappresentate nelle notizie e nei programmi di approfondimento perché poche di loro hanno voce nelle redazioni.
Molte sono le presentatrici televisive, ma poche le reporter e giornaliste: appena il 37% a livello mondiale, con differenze marcate fra continenti e Paesi. E soltanto il 31% delle analisi politiche è affidato a donne.
Rispetto al passato, in Italia i media tradizionali intervistano o dedicano più attenzione alle donne: dal 7% del 1995 al 21% del 2015; ma il nostro Paese rimane ancora al di sotto della media globale, che per il 2015 è del 24%. Soltanto internet raggiunge il 29%.
Combonifem, insieme ad altre testate, dona spazio alla prospettiva, alla sensibilità, all’esperienza e alla competenza delle donne: senza il loro contributo, l’umanità tutta è più povera.