Mancano pochi giorni al voto per il rinnovo del parlamento italiano, così importante per la nostra vita di cittadini e cittadine.
Senza accontentarci dei notiziari televisivi, abbiamo spulciato i programmi e letto qualche approfondimento.
A chi ci inonda di slogan chiediamo un po’ di sano realismo e di visione lungimirante.
Cari candidati e candidate, chiediamo rispetto!
Duellate a colpi di frasi fatte e gridando a squarcia gola promesse irrealizzabili.
Non trattateci da imbecilli: chiediamo rispetto!
Abbiate la compiacenza di riconoscere che le soluzioni facili non esistono: voi non avete la bacchetta magica, e neppure noi, ma insieme possiamo coltivare un ascolto che rifugga da inutili e distruttive contrapposizioni.
Possiamo esaminare le questioni complesse da prospettive molteplici, senza attizzare violenti scontri di piazza?
Il 27 febbraio u.s. le missionarie comboniane in servizio di leadership hanno concluso un incontro importante. Sono convenute da ogni Paese per raccogliere le sfide e imbastire il futuro, prossimo e remoto. Il gruppo era molto eterogeneo: per età, origine, competenza ed esperienza. Ognuna portava il suo “frammento di mondo”, eppure, accogliendo anche spunti offerti da invitati laici, sono riuscire a “fare corpo”: hanno capito e abbracciato la ricchezza della pluralità. Il calo demografico interessa anche loro, ma, come ha detto suor Luigia Coccia: «Saremo meno, ma più belle culturalmente, senza “gruppi dominanti”. Siamo liete di andare oltre i nostri confini e mettere in gioco il meglio delle nostre diversità per sostenere progetti comuni».
Possiamo mandare in parlamento persone che, oltre i “confini” dei propri interessi immediati e di nicchia, abbiano la capacità di incontrare con rispetto chi la pensa diversamente, per imbastire, insieme e con sano realismo, un progetto fattibile di Paese solidale?
E non manchi lo sguardo solidale verso l’Europa e il mondo: anche loro sono la nostra “casa comune”.
