Giovedì, 26 Luglio 2018 15:04

Quando la vacanza è "vitale"

Chi non sente il bisogno di uscire dal ritmo, spesso frenetico, del lavoro quotidiano?

Chi non avverte l’esigenza di quel riposo che rigenera il corpo e lo spirito, e spalanca alla mente altri orizzonti? Alcune religioni monoteiste, talora peccando d’intolleranza, lo hanno decretato “sacro” e “involabile” già nello scorrere delle settimane.

La vacanza, associata tradizionalmente a questi mesi estivi, diventa allora occasione preziosa per vivere diversamente il tempo, dilatando nel riposo l’ascolto di sé e di quanto ci circonda: persone, natura ed eventi.

Come ha detto di recente l’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, «non lasciamoci manipolare, prendiamo in mano la nostra vita. Chiunque ha a cuore tutto questo non cerchi risposte semplici, salvatori di comodo, cesari di passaggio».

La sosta della vacanza diventa allora vitale: permette di approfondire la lettura di quanto ci anima e ci avvolge, per andare oltre la superficialità di tanti, troppi “frammenti di notizie”.

«Purtroppo l’informazione che ci giunge attraverso i mass media è spesso monca e distorta. Voglio essere chiaro con voi – precisa l’arcivescovo di Palermo –.Tutti dobbiamo sapere che lungo i decenni e soprattutto in questi ultimi trent’anni l’Africa, che è il continente più ricco del mondo, è stata sfruttata dall’Occidente, depredata delle sue materie prime. Ce le siamo portate via, anzi le multinazionali l’hanno fatto per noi, senza pagare un soldo. E abbiamo tenuto in vita governi fantoccio, che non fossero in grado di difendere i diritti della gente. Le potenze occidentali mantengono inoltre in Africa una condizione di guerra perenne che rende più facile lo sfruttamento e consente un fiorente commercio di armi. Siamo noi i predoni dell’Africa!».

Chi amasse leggere, potrebbe dedicare un po’ di tempo a Congo, di David Van Reybrouck, un libro che rivela i retroscena e le radici lontane dei saccheggi brutali di oggi, passati colpevolmente sotto silenzio.

Chi amasse la natura potrebbe vivere il cammino come pellegrinaggio, e chi non potesse lasciare la propria casa, potrebbe comunque vivere la vacanza donando spazio al silenzio, come suggerisce Erling Kagge nel suo libro Il silenzio. Uno spazio dell'anima. «Lo cerco dentro di me. Minuto dopo minuto. Chiudere il mondo fuori non significa voler ignorare quanto ci circonda, ma l’esatto contrario: volerlo vedere con maggior chiarezza, mantenere una direzione e cercare di amare la vita».

Buona vacanza!

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