È bello ritrovarsi dopo una sosta e riprendere un cammino condiviso: ci sono inquietudini e speranze che si esplorano meglio insieme.
Ero a Genova quando il ponte Morandi ha schiacciato la vita di 43 persone e travolto quelle di tante altre. L’indignazione è importante, perché attiva processi di trasformazione, ma deve andare aldilà di battibecchi sterili e contrapposizioni che paralizzano.
Il magazine Combonifem di settembre-ottobre racconta alcune iniziative in atto per sottrarre la finanza alle grinfie del massimo profitto e renderla più “responsabile”. Il dossier ospita una varietà di contributi incoraggianti: riflessione e azione, piccoli e grandi passi, iniziative alla portata di ciascuna e ciascuno.
Emerge il valore di relazioni improntate a rispetto, fiducia e solidarietà.
A proposito della solidarietà, questa volta declinata entro i confini dell’Unione Europea, ci indigna l’asse Salvini-Orban, perché è minaccioso e velenoso: prospera sul terreno infido della disinformazione.
Per questo citiamo alcune note del giurista Antonio Padoa Schioppa, professore emerito all'Università degli Studi di Milano e autore di un volume sull’Europa. Con tono pacato chiarisce:
- I migranti ci servono, senza di loro l’economia italiana crolla. Sono 9 miliardi di euro le imposte versate ogni anno dagli immigrati al fisco italiano.
- Badanti, operai, lavoratori edili e agricoli: senza gli immigrati andiamo a fondo.
- La quota di immigrati in Italia (9%) è inferiore a quella di Francia e Germania e gli irregolari sono meno dell’1%.
- Da un anno gli ingressi irregolari in Italia sono diminuiti del 90%
- I migranti regolari vanno istruiti e messi al lavoro, non lasciati vagare per le strade; i migranti irregolari vanno respinti, ma su base europea, non su base nazionale. Ci vuole un controllo europeo e una responsabilità condivisa sulle immigrazioni: questo è importante chiedere ed ottenere, non le chiusure nazionali che vorrebbero Paesi come l’Ungheria.
Chi ha bloccato la riforma del Trattato di Dublino, approvata dall’Europarlamento il 27 novembre 2017 e bocciata lo scorso giugno dal Consiglio d’Europa?
E ora, come possiamo risolvere questo doloroso stallo?
Ci sono inquietudini che è meglio affrontare insieme…
I vostri pareri ci stanno a cuore: scriveteci!