Il 27 gennaio 2017 si svolgeva a San Giovanni in Laterano la Conferenza “Laudato si’ & investimenti cattolici: energia pulita per la nostra casa comune”. Promossa dal Movimento cattolico mondiale per il clima (Global Catholic Climate Movement – Gccm), era la prima in Italia a far incontrare esperti e studiosi del mondo accademico e del risparmio gestito con le molteplici sfaccettature del mondo cattolico: associazioni di volontariato, gruppi impegnati nel sociale, istituti religiosi, diocesi…
La correlazione fra gestione del risparmio e cambiamento climatico era già nota in altre parti del mondo e la campagna non confessionale Divestment, avviata negli Usa da alcune università a partire dal 2011, si stava diffondendo in tutti i continenti.
Grazie alla Laudato si’ di papa Francesco, dal 2015 la consapevolezza del nesso tra finanza e “casa comune” matura anche in ambiente cattolico; nel 2016 il Gccm aderisce alla campagna Divestment e se ne fa attivo promotore. Da allora, 233 istituzioni cattoliche si sono impegnate a disinvestire dalle fonti fossili e investire in quelle sostenibili. La decarbonizzazione energetica procede a passo spedito e cresce anno dopo anno come scelta etica: nel 2019 hanno aderito 40 istituzioni e nel 2020 altre 66. Attualmente il gruppo cattolico è quello più numeroso tra quelli religiosi, che con un terzo di tutti gli impegni costituiscono la componente più sostanziosa della campagna internazionale di disinvestimento. Anche lo Ior, la “banca vaticana”, ha dichiarato pubblicamente di voler togliere fondi dal settore dei combustibili fossili.
L’enciclica Laudato si’ non è rimasta sulla carta e il Gccm continua a fare la sua parte, insieme a una vasta rete di collaborazioni. La sua pagina web multilingue dedicata alla campagna offre informazioni aggiornate per diffonderla sempre di più e convertire anche la finanza globale all’ecologia integrale.