Martedì, 08 Maggio 2018 19:08

Acqua, clima e migrazioni

Per Emanuele Bompan, geografo e giornalista ambientale, e Marirosa Iannelli, esperta di gestione idrica, ambiente e desertificazione, la stessa domanda evoca scenari diversi.
Dalla loro fruttuosa collaborazione scaturisce “Water grabbing”, che oltre al titolo del loro libro è un progetto complesso, nato alla vigilia della Cop21. Include vari reportage e un osservatorio che documenta i conflitti principali causati dall’accaparramento dell’acqua. Per il 2020 è in programma anche un documentario.

Qual è il nesso fra acqua e cambiamento climatico?

Emanuele
Le due questioni sono intrecciate in modo indissolubile: il regime idrico della Terra è stato regolare e costante per 11.000 anni; le alterazioni intercorse sono state contenute e hanno sempre dato tempo all’umanità di adattarsi. Negli ultimi 150 anni, invece, il ritmo e la tendenza della scarsità idrica, indotta dall’incremento demografico e dall’inquinamento ambientale, hanno indotto un cambiamento climatico talmente rapido che le persone non hanno altra alternativa che spostarsi, a meno che non vengano fatti cospicui investimenti in strutture che rendano possibile l’adattamento.

Negli ultimi decenni, aree del mondo che vantavano una grande disponibilità d’acqua sono divenute soggette a un preoccupante stress idrico: il Sudafrica ne è un esempio. Penso comunque che le migrazioni ambientali non genereranno masse che invaderanno l’Europa. La maggioranza delle persone migra nei territori adiacenti, causando ulteriore instabilità in aree che sono già instabili.

Marirosa
Da sempre l’umanità si muove in cerca di acqua. Le alterazioni climatiche dovute a scarsità idrica sono oggi considerate all’origine di molte migrazioni e anche di conflitti. Non tanto per mancanza di acqua potabile, quanto per la siccità che non permette più di coltivare la terra o allevare il bestiame. Aree poco resilienti, come il Corno d’Africa, il Medio Oriente e il bacino del Mekong, soffriranno presto un’insicurezza alimentare con esiti catastrofici. Le dighe sul fiume Omo, in Etiopia, hanno già gravi ripercussioni sul Lago Turkana, in Kenya, e sui popoli che ne traggono sostentamento.

Che cosa ne pensa del Patto globale sulle migrazioni negoziato in questi mesi all’Onu?

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Last modified on Martedì, 08 Maggio 2018 19:16

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