È iniziata la campagna internazionale #OurFoodOurFuture per riformare il sistema alimentare globale: molti alimenti presenti nei supermercati europei contengono ingredienti invisibili come violazioni dei diritti umani e degrado ambientale.
La campagna riunisce 16 organizzazioni della società civile in 13 Paesi e 7 Paesi partner nazionali del Financial Support to Third Parties (FSTP) in tutta Europa e nel mondo per cambiare radicalmente il sistema.
È portata avanti da WeWorld, organizzazione impegnata da 50 anni a garantire i diritti di donne, bambine e bambini in 25 Paesi del mondo compresa l’Italia, e coinvolge 16 organizzazioni dell'Ue, del Sud Africa e del Brasile. «Nell'ambito della campagna #OurFoodOurFuture abbiamo approfondito i temi dello sfruttamento e in particolare quello dei diritti dei migranti e delle migranti donne nella filiera agroalimentare», spiega Margherita Romanelli, Coordinatrice Policy e Advocacy di WeWorld. La ricerca – dal titolo «Lo sfruttamento lavorativo delle donne migranti nella filiera agroalimentare: il caso dell’Agro-Pontino» – è stata condotta dal sociologo Marco Omizzolo. Oltre a offrire un’ampia panoramica del fenomeno, raccoglie dati e testimonianze dei lavoratori e delle lavoratrici straniere. Ne emerge un quadro che evidenzia diffusi casi di sfruttamento lavorativo, violenza fisica, verbale e di genere.
La campagna ha anche l’obiettivo di chiedere alla Commissione europea di presentare una legge che obblighi le aziende a rispettare i diritti umani e l’ambiente lungo le catene di approvvigionamento globali per prodotti commercializzati in Europa. La proposta di legge dovrebbe rispettare le raccomandazioni del Parlamento europeo e della società civile, per garantire che i soggetti più vulnerabili, come donne e migranti, possano avere un accesso effettivo alla giustizia e ottenere un congruo risarcimento per i danni subiti. Con un'azione di protesta per e-mail attiva in tutta Europa, si intende evitare un ulteriore rinvio della presentazione del progetto di legge.