Ogni 17 ottobre dal 1992 si celebra la Giornata internazionale per l'eliminazione della povertà. La ricorrenza è nata grazie all'iniziativa di Padre Joseph Wresinski e di un gruppo di difensori dei diritti umani che, verso la fine degli anni Ottanta, si riunirono nella piazza del Trocadero a Parigi per esprimere il loro rifiuto della miseria e per esortare l'umanità al rispetto reciproco.
Anche oggi, come allora, diversi gruppi di persone si riuniscono nelle piazze delle proprie città per manifestare il loro rifiuto: gli iraniani sono insorti, i francesi sono in sciopero da settimane e in Tunisia sono scoppiati gli scontri.
La povertà di cui viviamo oggì è meschina. Il tasso di disoccupazione cresce ma tra gli occupati le cose non vanno molto meglio. Oggi non basta più avere un lavoro per assicurarsi un certo tipo di agio e l'unica cosa ormai certa è che siamo costretti a pagare più di quanto riusciamo a guadagnare.
Un terribile meccanismo che genera una povertà sempre più diffusa e che, a sua volta, alimenta e sfama la triste piaga dello sfruttamento. E se è vero che i lavoratori sfruttati non conoscono età, genere o provenienza, è altrettanto vero che questo fenomeno affonda le sue radici nel traffico di esseri umani.
A ricordarcelo è un'altra giornata commemorativa che ricorre domani martedì 18 ottobre, la Giornata europea contro la tratta di esseri umani. Quest'anno lo fa lanciando una campagna di sensibilizzazione attraverso l’hashtag comune #LIBERAILTUOSOGNO e organizzando svariate iniziative, tutte legate ai progetti antitratta.
Talitha Kum, da sempre in prima linea per combattere la tratta di esseri umani, a settembre 2022 ha creato un pacchetto di studio, preghiera e azione per affrontare il tema, creando anche una dettagliata guida di dibattito ispirata al processo sinodale per ascoltare, riflettere, valutare e agire.
Valutare la realtà e agire per un benessere comune. Che sia questo un sogno che ha bisogno di essere liberato?