Viviamo un momento buio della nostra storia: dopo una pandemia dalle proporzioni drammatiche e a fronte di una crisi ambientale ingravescente da noi innescata, la guerra è tornata a minacciarci nel modo più brutale e crudele, facendo riemergere addirittura l’incubo della guerra nucleare. L’incertezza del futuro incombe sulle nostre vite. In questo quadro, è impossibile per l’Italia affrontare da sola gli scenari che ci sfidano. Possiamo farlo soltanto come Europa.
In un tempo in cui si rafforzano le tendenze autocratiche e il disprezzo per i diritti umani, l’Europa rimane l’unica realtà al mondo che offre ai suoi cittadini e cittadine la libertà, il rispetto dello Stato di diritto, la protezione sociale, un benessere diffuso e anche un elevato livello di istruzione.
Da qui dobbiamo partire per poter superare le difficoltà che minacciano le garanzie politiche e sociali già acquisite in Europa e che vorremmo disponibili a tutti i popoli della Terra.
Luci e ombre
Questo spirito e questa consapevolezza sono stati alla base del discorso che la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha tenuto lo scorso 14 settembre. È tradizione che ogni anno venga presentato di fronte al Parlamento lo stato dell’Ue. Quest’anno il tema era: “Un’Unione che è forte solo se unita”.
Ricordando il dramma che l’Ucraina sta vivendo ma anche la capacità degli Stati europei di reagire in modo unitario, ha affermato che, mentre sul suolo europeo infuria la guerra, ci sono tanti motivi di orgoglio per i risultati perseguiti e raggiunti a livello europeo in campo economico e sociale, sul piano delle politiche ambientali, su quello sanitario, nell’offrire opportunità ai giovani, nella formazione e nella difesa dei diritti.
Non ha però mancato di rimarcare dove gli Stati sbagliano in modo evidente, come nelle politiche migratorie, e ha auspicato di poter includere nei Trattati un patto di solidarietà intergenerazionale. Al tempo stesso, ha sottolineato con forza che la condizione necessaria per questi successi sono l’unità, la coesione e la solidarietà, insieme al sentimento e alla volontà di essere una comunità di destino.
Per questo le parti più importanti del discorso sono state quelle relative alla difesa della democrazia e dello Stato di diritto, e quelle sulla necessità di rafforzare il sistema europeo di istituzioni comuni.
Nulla di scontato
Molto incisive sono state le parole espresse sui sistemi democratici europei e il fatto che il quadro dell’Unione ne è oggi una condizione importante di garanzia. Per questo ha esortato a vivere la democrazia come responsabilità personale e a difenderla come valore fondamentale: tante realtà cercano di indebolirla, anche falsificando l’informazione e manipolando l’opinione pubblica.
Non ha taciuto i problemi che esistono in alcuni Paesi della stessa Ue che mettono in discussione lo Stato di diritto: nei loro confronti la Commissione europea farà tutto ciò che è in suo potere per difendere i valori e i diritti che garantiscono la libertà delle persone. Il fatto che Ursula von der Leyen abbia abbinato con tanta chiarezza la missione dell’Ue alla difesa e alla promozione della democrazia è stato cruciale: ha evidenziato che Unione Europea e libertà democratiche dovrebbero essere indissolubilmente connesse, ma ciò non è scontato.
Progetto in costruzione
Ursula von der Leyen ha anche sottolineato che «i nostri padri fondatori intendevano solo posare la prima pietra di questa democrazia. Hanno sempre pensato che le generazioni future avrebbero completato la loro opera». Il tempo presente, con le sue avversità, esorta a intravedere nuovi orizzonti dell’Ue: «Un’Unione più coraggiosa, più vicina alle persone nei momenti di bisogno, più audace nel far fronte a sfide storiche e alle preoccupazioni quotidiane degli europei e nel restare al loro fianco nelle grandi prove della vita».
Per migliorare il modo di agire e prendere le decisioni è essenziale costruire una Ue in grado di intervenire sulle questioni che stanno più a cuore alle persone: «Dato che ci stiamo impegnando seriamente per allargare l’Unione, dobbiamo impegnarci seriamente anche per riformarla. Pertanto, come questo Parlamento ha chiesto, ritengo che sia giunto il momento di una convenzione europea».
Passi da non più rinviare
È la prima volta che la Commissione europea, a fianco del Parlamento europeo, prende posizione in modo così netto a favore di una riforma dei Trattati europei: l’obiettivo è rafforzare l’Unione. Un’alleanza tra le due istituzioni dell’Ue è fondamentale per poter sperare nell’esito positivo di un percorso particolarmente tortuoso e che, in un momento di cambiamento così difficile e profondo, deve portare verso l’Unione federale auspicata dai padri fondatori.
Se oggi abbiamo drammaticamente bisogno di agire insieme per contrastare le minacce che ci sovrastano e costruire un futuro migliore, bisogna far tesoro delle parole di von der Leyen: serve il nostro impegno, l’impegno di tutta la cittadinanza, per realizzare «un’Unione più coraggiosa, più vicina alle persone nei momenti di bisogno, più audace nel far fronte a sfide storiche e alle preoccupazioni quotidiane degli europei e nel restare al loro fianco nelle grandi prove della vita».