Sia i bambini che le bambine devono spesso superare ostacoli nell'accesso all'istruzione: tuttavia, di norma, e a parità di altri fattori, gli ostacoli che incontra una bambina sono più frequenti e penalizzanti.
E questo per il solo fatto di essere nata femmina! Queste sono le più frequenti tipologie di cause alla base del divario fra maschi e femmine nelle scuole di molti Paesi in via di sviluppo.
Povertà familiare. Per una famiglia a basso reddito, ogni figlio che va a scuola è al tempo stesso una fonte di reddito sottratta al bilancio familiare e un aiuto in meno per le incombenze domestiche.
Quando poi la scuola diventa un costo netto, per via delle tasse di iscrizione o delle spese per i libri, l'uniforme o i pasti, è facile che una famiglia debba scegliere quali figli debbano continuare a studiare e quali no. Di fronte alla scelta di mandare a scuola il fratello o la sorella, è probabile che i genitori dedichino le scarse risorse disponibili all'istruzione del figlio maschio, convinti che questo sia l'unico investimento che renda a lungo termine.
Soltanto una scuola gratuita e obbligatoria è una scuola aperta a tutti. Per questo, l'UNICEF insiste affinché in tutti i paesi poveri scompaiano le tasse e gli altri costi indiretti che gravano sull'istruzione pubblica.
Bambine "fantasma"... Le bambine sono sfavorite anche da circostanze esterne al mondo della scuola, ma che possono avere come effetto la loro esclusione dal diritto all'istruzione.
Ad esempio, la mancata registrazione anagrafica alla nascita si traduce spesso in una successiva impossibilità di essere ammessi nel sistema educativo nazionale. E le bambine costituiscono la maggior parte dei circa 50 milioni di esseri umani afflitti da questa condizione di "inesistenza legale".
...e spose bambine. Matrimoni e gravidanze precoci costringono ogni anno centinaia di migliaia di adolescenti, spesso poco più che bambine, a rinchiudersi in casa o ad abbandonare gli studi. Per loro, la condanna all'analfabetismo si somma al peso di una sottomissione quotidiana al marito e alla sua famiglia.
Ad aggravare la situazione di queste ragazze vi sono a volte leggi arretrate che vietano a una ragazza che ha dato alla luce un figlio di tornare a frequentare la scuola.
Timori di violenze e disonore. Fra le ragioni per cui la famiglia può preferire che una bambina non vada a scuola vi sono anche preoccupazioni per la sua sicurezza o per l'onorabilità familiare.
Se il tragitto dal villaggio all'aula è ritenuto troppo lungo o esposto a pericoli, se a scuola si verificano fenomeni di bullismo o punizioni corporali degli allievi, ma anche se mancano insegnanti donne o servizi igienici separati, i genitori - soprattutto se di cultura tradizionalista - tendono a ritirare le figlie da scuola.
I pericoli nelle emergenze. Ancora maggiori sono le barriere che possono ostacolare l'istruzione femminile in situazioni di emergenza, come quelle che si verificano nelle zone teatro di un conflitto o nei campi profughi.
In questi casi, la forzata promiscuità e, non di rado, l'assenza di un efficace controllo dell'ordine pubblico, possono rendere le più giovani facili prede di abusi e violenze. In un simile clima, è probabile che le bambine siano tenute segregate e private dell'ambiente educativo e ricreativo, da tutti gli esperti riconosciuto come il più prezioso dei rimedi contro il trauma psicologico e lo stress emotivo.
L'istruzione sessista allontana le allieve. Una scuola di scarsa qualità può indurre all'abbandono i suoi allievi in maniera indifferenziata, ma se l'insegnamento è ispirato a teorie discriminatorie e sessiste, saranno le bambine ad essere spinte verso la dispersione scolastica.
Ciò accade quando i maestri applicano norme punitive o derisorie nei confronti delle bambine, quando i testi di studio abbondano di stereotipi sui ruoli dei maschi e delle femmine o semplicemente ignorano gli interessi culturali e sociali delle alunne.
L'ambiente scolastico può acuire questi problemi, ad esempio quando si addossano alle allieve le pulizie dei locali o altri compiti di manutenzione a scapito del tempo dedicato alle lezioni.
Non è azzardato sottolineare infine che le ragazze, ancor più dei loro coetanei, nutrono grandi aspettative formative negli anni dell'istruzione di base, se non altro perché sanno che poche di loro avranno la possibilità di frequentare anche la scuola secondaria. Quando vanno deluse le loro speranze di acquisire competenze utili per la vita adulta, le allieve non vedono più il motivo di resistere alle pressioni familiari e sociali che le vogliono esclusivamente dedite alla casa e alla famiglia.