In altri secoli le donne venivano briciate nelle piazze. Oggi l'odio le perseguita online.
“Zoccola”. "Isterica". "Cretina". Sono tra le più lievi scritte che si possono leggere a Milano, nella video installazione interattiva allestita in piazza XXV Aprile fino al 5 febbraio per il lancio di una nuova serie italiana di Netflix: "Luna Nera".
L'installazione è un grande rogo multimediale, all'interno del quale il pubblico ha l'opportunità di compiere un piccolo gesto per contrastare una caccia alle streghe che, seppur in forme diverse, continua ad esistere.
Tutto lo spazio interno all’esposizione, infatti, è completamente invaso da frasi di odio realmente pubblicate online contro le donne, rintracciate attraverso un software che ha estratto più di 7.000 insulti verso le donne pubblicati sui principali social network.
Il visitatore può selezionare uno degli insulti proiettati e spegnerlo. Grazie alla collaborazione con Parole O_stili, l'insulto sarà realmente segnalato in rete, con l’obiettivo che venga cancellato.
È un piccolo gesto, che smuove le coscienze e fa riflettere sul punto in cui l’Italia si trova nella difesa delle donne e nell’eliminazione della violenza.
Avevamo già analizzato la situazione dei centri antiviolenza in Italia, e oggi con gioia possiamo affermare che in Lombardia la Rete antiviolenza è riuscita a coprire il 100% del territorio regionale, dal momento che tutti i Comuni aderiscono ad una Rete antiviolenza.
I Servizi specializzati convenzionati sono articolati in 51 Centri gestiti da 40 soggetti giuridici e oltre 90 strutture, suddivise in Case rifugio e Case di accoglienza, gestite da 39 diverse realtà che permettono alla regione di supportare le donne vittime di violenza, puntando a prevenire definitivamente questo fenomeno.
Un ottimo esempio, un ottimo punto di partenza.
Perché la violenza contro le donne possa diventare solo un brutto ricordo.