Questo Natale, alziamo gli occhi hatham | Unsplash
Sabato, 19 Dicembre 2020 15:44

Questo Natale, alziamo gli occhi

Fa parte dell'istinto umano concentrarsi su se stessi quando si è di fronte a una situazione di pericolo, ma quest'anno, in questo Natale, vogliamo provare ad alzare gli occhi.

Vent’anni fa veniva istituita la giornata Giornata Onu per i diritti dei migranti.

Ricorre il 18 dicembre, ma quest’anno la pandemia è stata un po’ come la neve e ha ricoperto tutto il mondo di uno strano silenzio. Di pace, un po’ meno.

In questi giorni così vicini al Santo Natale, però, «La pandemia non deve farci dimenticare altre situazioni drammatiche, quali le violenze e gli abusi sulle persone migranti, perché come ci ha ricordato il Papa nessuno si salva da solo», afferma padre Fabio Baggio, Sottosegretario della Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano, nell’intervista a Vatican News.

In realtà, fa parte dell'istinto umano concentrarsi su se stessi quando si è di fronte a una situazione di pericolo. Questo però non ci permette di guardare più in là, di accorgersi delle situazioni degli altri. Quello che speriamo, per questo Natale, è di riuscire ad alzare gli occhi. Perché oltre al nostro futuro, è in gioco il futuro di molte altre e altri.

D.i.Re e UNHCR negli scorsi giorni hanno presentato una serie di proposte strategiche per migliorare la risposta del sistema antiviolenza italiano ai bisogni di donne migranti, richiedenti asilo e rifugiate che hanno subito violenza, ribadendo l’importanza di una collaborazione strutturata nel tempo tra il sistema di accoglienza e la rete antiviolenza, a livello locale e nazionale.

Il documento è frutto del progetto “Leaving violence. Living safe” nato dalla collaborazione delle due associazioni per facilitare l’accesso delle donne migranti al supporto offerto dai centri antiviolenza. Una collaborazione che ha permesso di alzare gli occhi e di elaborare un piano nazionale antiviolenza triennale per ripensare il sistema antiviolenza italiano in chiave più integrata e inclusiva e mettendo al centro equipe formate da professionisti in mediazione culturale.

Le proposte sono rivolte in primis ai ministeri e al Dipartimento Pari Opportunità, ma anche a Comuni e Regioni, servizi socio-sanitari, organizzazioni e Commissioni territoriali, Questure e Prefetture, associazioni e comunità di migranti. E infine anche alla rete dei cav D.i.Re, con l’obiettivo di creare al suo interno un nuovo gruppo di lavoro di donne migranti per fare in modo che questa progettualità diventi parte integrante della metodologia applicata nei centri.

«Ci auguriamo che come rete potremo mettere in campo contatti diretti con organizzazioni di femministe nei Paesi di provenienza delle donne che arrivano ai centri, non solo per ampliare le nostre competenze e conoscenze, ma per uscire noi stesse da una visione stereotipata delle donne che arrivano a noi» afferma Rita Pellegrini, consigliera D.i.Re.

Un bel modo per alzare gli occhi in questo periodo di speranza.

Last modified on Sabato, 19 Dicembre 2020 15:55

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