Apartheid di genere. Non c’è altro modo di chiamare quello che sta succedendo in Afghanistan sotto gli occhi chiusi di tutti. Un genere spazzato via. Cancellato. Se le avessero uccise, le donne tutte insieme, il mondo avrebbe sollevato gli scudi, invece i talebani, e chi con loro, hanno trovato un modo più subdolo per liberarsi delle donne, pur continuando a costringerle a procreare piccoli altri uomini dall’ideologia primitiva e i modi brutali. Perché primitivo non significa stupido, gli sciocchi sono altri, sono quelli che hanno i soldi, le idee liberali di cui si riempiono la bocca ma non sanno applicarle. Oggi le donne in Afghanistan non possono uscire di casa se non per una buona ragione, se non accompagnate, non possono studiare oltre i dodici anni e non possono lavorare, nonostante moltissime donne con figli siano vedove o abbiano mariti disabili a causa di decenni di guerre.
Non importa quello che pensano o vogliono le donne, gli uomini sanno cosa è meglio per loro, uomini che usano le leggi di Dio trasfigurandole come fa loro più comodo. Manipolando la religione per creare un esercito di analfabeti, poveri e combattenti che non possono che affidarsi a chi ha l’arma più grossa. Non importa se le donne sognano altro, sono circondate da figli, padri, mariti e fratelli che non hanno la forza di difenderle, che sono diventati così resilienti in quaranta anni di guerra da pensare che si possa sopportare tutto.
Ma il problema non sono loro, o perlomeno non solo loro, siamo noi e la nostra reazione − o mancata reazione − a un fenomeno più sottile della guerra, ma che miete altrettante vittime, solo più silenziose e solo più sole. La cosa peggiore non è imprigionare le donne nelle loro case, non sarebbe la prima volta, basterebbe salire a bordo di una macchina del tempo per vedere quanto tempo in passato le donne hanno vissuto da oppresse, in balia del volere di altri. Ma che nel 2022 si possa soffocare le donne sotto un burqa dicendo che è per proteggerle dalla violenza dei maschi, dovrebbe farci balzare dalle sedie e scagliarci contro chiunque permette che questo accada. E parlo di quell’Occidente che si gonfia parlando di diritti, che invece di essere diritti sono completamente sottosopra, dove le donne lavorano meno, sono pagate meno, non sono libere di scegliere per il loro corpo, dove si spiega ancora cosa sia il consenso e cosa sia lo stupro in un paese come l’Italia, dove una donna viene uccisa ogni settantadue ore e si fanno le pulci a lei, dove una su tre ha subito molestie almeno una volta nella vita, e una ogni sei secondi negli Stati Uniti viene violentata.
Un mondo dove si deve ancora lottare contro l’infibulazione e per abortire, o per fare politica e per diventare presidenti. Un mondo dove le bambine sono prede sessuali o spose precoci. Un mondo che più va avanti, più sembra tornare indietro. C’è una guerra di civiltà, ed è quella tra chi crede che tutti siano essere umani e chi crede che il potere, i soldi, una religione o un’ideologia possa scavalcare il rispetto, la giustizia, l’uguaglianza. E in questo gruppo di malaffare entrano a gamba tesa i talebani ma anche tanti paesi che ci circondano e che hanno strade pulite e giornate dei diritti umani. Paesi che hanno sfruttato altri paesi fino a prosciugarli, paesi che hanno scatenato guerre in nome della democrazia, paesi che lanciano missili su ospedali e imprigionano attivisti appena aprono la bocca contro un governo. La dittatura non è pace. Non è stabilità. E non è accettabile. Non è accettabile che il mondo giri in base alle lobby di armi o di quelli che estraggono metalli rari. Che differenza c’è tra l’Afghanistan, il Congo o l’Ucraina? Niente, se non si considera la gente ma quello che sta sotto. I metalli delle terre rare, quella roba maledetta per cui si è disposti a sacrificare esseri umani.
Il mondo è una poltiglia malata che non riesce neanche a difendere quello in cui dice di credere. Dove alcuni vanno salvati e altri lasciati annegare, dove il colore della pelle conta più dell’essenza di cui sono intrisi i diritti. Dove prima si deve essere bianchi, anziani e maschi, poi viene tutto il resto. In fila. Classifiche di umanità senza speranza e intanto le donne, in Afghanistan, muoiono di dolore e con loro anche le nostre anime.
Ieri i talebani, attraverso il ministero per la Promozione della virtù e la Prevenzione del vizio, hanno approvato un decreto che si riferisce all’uso dell’hijab da parte delle donne afghane. Qui la traduzione della prima e della seconda pagina della nuova sentenza del governo talebano. Secondo questa sentenza, è “obbligatorio” per tutte le donne “mature e nobili” in Afghanistan coprire tutte le parti del proprio corpo, compreso il viso, a eccezione degli occhi.
Traduzione: Breve piano esplicativo e comparativo per l’hijab religioso
Nonostante da tempo ci siano programmi regolari e continui nel paese per far togliere il velo alle donne, fortunatamente il 99% delle donne zelanti della nazione mujaheddin osserva l’hijab secondo i principi della Shari’a e della tradizione afghana. E poiché non ci sono scuse o ostacoli, devono attenersi a questa norma obbligatoria della Shari’a.
La sentenza sull’hijab
– È obbligatorio per le donne musulmane adulte e nobili osservare l’hijab religioso.
Definizione di hijab
– Qualsiasi indumento che copra il corpo è considerato un hijab, ma questo indumento non dove essere troppo trasparente da mostrare il corpo e non dovrebbe essere così stretto da mostrare le sporgenze delle parti del corpo.
Tipi di hijab
Il chador/burqa, che da secoli fa parte della cultura dignitosa afghana nel paese, è il miglior tipo di hijab religioso.
– Un vestito nero e chador chiamato hijab è anche un hijab religioso, ma non dovrebbe essere aderente.
– Quando si esce di casa è il primo e migliore segno nell’osservanza dell’hijab.
Casi in cui si osserva l’hijab
– Le donne non anziane o giovani, di fronte a uomini non mahram (non membri della famiglia), a causa della possibilità di sedizione secondo le linee guida religiose, a eccezione degli occhi, dovrebbero assolutamente coprirsi il viso.
Vantaggi dell’osservazione dell’hijab
– L’hijab religioso è il comando di Dio Onnipotente e la sua osservanza è l’obbedienza al Suo comando l’hijab è il privilegio delle donne musulmane e nobili.
– Le donne sono al sicuro dal velo della disobbedienza e del peccato.
– Hanno dignità.
– I corruttori sono al sicuro dal male e corruzione.
– Non è consentita la caccia a sediziosi e complottisti.
Metodi e passaggi per far mettere l’hijab:
(1) persuasione
– Promuovere la sentenza, l’importanza e i vantaggi dell’hijab e i danni del non indossare l’hijab attraverso i media e i pulpiti.
– Scrivere frasi persuasive e installare cartelloni pubblicitari sull’hijab nei mercati, nei parchi e in altri luoghi pubblici.
(1) punizione e intimidazione
– Se l’hijab non viene osservato, la casa della donna senza hijab verrà contrassegnata per la prima volta e il suo tutore (uomo muharram) verrà avvisato e punito.
– Se si ripete una seconda volta, (il muharram) sarà convocato al dipartimento competente.
– Se si ripete per la terza volta, (il muharram) sarà incarcerato per tre giorni.
– Se si ripete per il quarto tempo, (il muharram) sarà presentato in tribunale e condannato alla punizione adeguata.
– Le donne che lavorano nelle istituzioni dell’Emirato Islamico e non osservano l’hijab dovrebbero essere licenziate.
– Se le mogli e le figlie di funzionari governativi e i funzionari non osservano l’hijab, i loro doveri saranno sospesi.