Un lustro di aria fresca per la Chiesa.
Domani ricorre il quinto anniversario dall’inizio del pontificato del papa “venuto dalla fine del mondo”. Cinque anni di novità e aperture. Cinque anni di papa Francesco, che fin dalla prima apparizione ha saputo rivoluzionare il linguaggio della Chiesa con un semplice “Buonasera”, entrando nel cuore dei fedeli e non solo.
Tra le tante rivoluzioni che Francesco ha appoggiato, dall’inizio del suo pontificato, è inaudito il modo in cui sia riuscito a farsi interprete delle istanze più profonde e vitali dell’universo femminile.
Gli spunti arrivano dal passato: Giovanni XXIII indicava come “segno” l’ingresso della donna nella vita pubblica, Paolo VI chiuse il Concilio con un celebre di riconoscimento alle donne e alla loro uguaglianza e Giovanni Paolo II pronunciò parole entusiasmanti per il “genio femminile” e la specifica competenza della pace.
Ma tutti indirizzarono tali virtù alla famiglia, non alla politica e tanto meno al magistero e alla pastoralità nella Chiesa.
Con papa Francesco, invece, le donne ricevono un dono finora impensato: prima l’equiparazione della festa dedicata a Maria di Magdala alla liturgia degli altri apostoli. E poi, il 12 maggio 2015, la decisione di istituire una commissione di studio sul diaconato femminile.
In diverse occasioni, Papa Francesco ha dichiarato che bisogna lavorare di più a favore di una profonda teologia della donna perché il genio femminile è necessario nei luoghi in cui si prendono le decisioni importanti. Inoltre è impossibile ignorare che la Chiesa, nella figura di Maria, è essa stessa, donna.
Una possibilità, quindi, quella di aprire la teologia, e in particolare il diaconato, alle donne, che la Chiesa non può lasciarsi sfuggire.
Alla base del no alle donne nell’ordine sacro, da sempre c’è la loro assenza all’Ultima Cena, ma sono molte le testimonianze che attestano come, nelle comunità paoline e postpaoline, esistessero donne con il ruolo di diaconato inteso come servizio regolare della Chiesa. Questa svolta, inoltre, potrebbe avvicinare il Vaticano alla chiesa Anglicana, dove esistono già le donne sacerdoti.
La strada ora è aperta. Ci auguriamo che molti siano i passi che insieme a Francesco potranno fare le donne nel mondo, e nella Chiesa. Perché se “un mondo dove le donne sono emarginate è un mondo sterile”, l’augurio che facciamo al nostro pontefice, è che la Chiesa che amiamo e in cui crediamo, presto possa iniziare a portare dentro la vita.