Il tema, questa volta, sono le presenze in Parlamento. E la situazione, prima di tutto, deve essere risolta internamente.
Come scrive Neha Wadekar, infatti, a meno che la Somalia non si impegni a modificare il sistema statale basato sui clan, tutti gli sforzi delle altre nazioni e del mondo intero per rendere la Somalia una nazione stabile e forte, falliranno.
È tempo che la Somalia faccia un passo in avanti, per promuovere la presenza delle donne anche nelle posizioni più significative dello Stato. Solo in questo modo esse possono intervenire in politica e promuovere leggi che proteggano e promuovano donne e ragazze.
In un villaggio del Jubaland, in Somalia, nella sua regione natale, Sagal Bihi ha atteso anni prima di ricevere il consenso per rivolgersi ai leader del suo clan per promuovere la sua candidatura al Parlamento nelle elezioni dello scorso anno. Alla fine ce l’ha fatta. I capi anziani del suo clan avevano lasciato le loro case per venire ad ascoltarla in municipio. In quel momento Bihi comprese che aveva già superato il più grande ostacolo alla sua candidatura.
«Gli anziani hanno un grande peso a livello politico. La loro presenza è un messaggio in sé. So che la maggior parte dei miei colleghi non ha nemmeno osato fare una riunione in municipio; loro sono venuti ad incontrarmi proprio qui", racconta Sagal Bihi ai microfoni di AllAfrica.
Anni di conflitto in Somalia hanno portato all'aumento dell'estremismo e ad una posizione sempre più ininfluente delle donne. L'assenza di un forte governo centrale, causa per cui la Somalia fa affidamento sulla leadership degli anziani, scoraggia l'empowerment delle donne perché rende la società completamente instabile e corrotta, senza alcun senso di meritocrazia.
Negli ultimi due anni, la Somalia ha adottato misure per promuovere l'inclusione femminile nei governi tradizionalmente conservatori. Dopo anni di campagne da parte delle attiviste e della comunità internazionale, il governo ha accettato una quota minima: il 30% dei seggi assegnati alle donne. Ma le donne somale si sentono ancora largamente escluse dai ruoli significativi nel governo. Hanno ruoli “femminili” che sovrintendono bambini e affari familiari, invece di ricoprire posizioni critiche in politica, sicurezza e sviluppo economico.
Il che è triste, perché le donne sono essenziali per garantire la pace in Somalia. «Le donne sono la spina dorsale - dice Asha Gelle Dirie, il primo ministro che è stato determinante per negoziare il maggiore coinvolgimento delle donne nella politica - sfortunatamente, quando sono iniziate le trattative, le donne non sono state invitate».