Spesso si sente dire che le donne hanno raggiunto la piena emancipazione, che, ormai, sono ovunque. Ebbene, all'indomani della Giornata internazionale contro la discriminazione, che si celebra l'1 marzo, a che punto siamo?
Al quinto posto tra i 17 obiettivi dell'Agenda 2030 dell'Onu c'è il raggiungimento dell’uguaglianza di genere e l'emancipazione di tutte le donne e le ragazze, e questi sono i dati.
Il Gender Gap Report di marzo 2021 evidenzia che rispetto all'anno precedente c'è stato un calo dello 0,6% a livello globale nella riduzione della disparità di genere. Questo significa che, di questo passo, saranno necessari altri 135 anni per raggiungere la parità. Lo studio è stato condotto sull'analisi di quattro parametri, che comprendono la partecipazione alla vita politica e a quella economica, l'accesso all'educazione e alla sanità. Questi ultimi rappresentano i migliori progressi, dal momento che oltre il 90% del divario è stato colmato – anche se per raggiungere quegli ultimi punti percentuali necessari alla completezza si stima che ci vorranno altri 14 anni. La partecipazione alla vita economica presenta ancora sostanziali differenze, dove solo il 27% delle posizioni manageriali è ricoperto da donne, mentre il potere politico rimane il gap più grande tra i quattro punti analizzati, per il quale si stima che ci vorranno altri 145 anni per raggiungere la parità.
Non manca chi, invece, cerca di invertire le tendenze generali: Lituania, Serbia, Repubblica Democratica di Timor-Est, Togo ed Emirati Arabi Uniti sono i cinque paesi che registrano i migliori progressi nell'indice generale, con una riduzione del divario di genere di almeno quattro punti percentuali. In Medio Oriente, le donne stanno acquisendo ruoli sempre più importanti nello sviluppo della scienza: ne è testimone l'Expo di Dubai che ha assegnato il premio L'Oréal-UNESCO per le donne nella scienza a 14 scienziate arabe per le loro scoperte nel campo della fotonica e del trapianto di organi.
Anche in Italia, dove comunque l'occupazione femminile rimane carente, si intravedono speranze: il rapporto annuale Women in Business mostra un aumento di due punti percentuali per le posizioni di Ceo occupate dalle donne (dal 18 al 20), e un 30% di donne (+1% rispetto al 2021) detengono posizioni di leadership.
La pandemia ha avuto effetti nefasti sulla discriminazione di genere, soprattutto nell'economia: negli ultimi due anni, il 5% delle donne ha perso la propria occupazione, contro il 3,9 degli uomini. Quarantena e isolamento hanno accelerato la digitalizzazione nel mondo del lavoro, rimarcando il divario soprattutto in quei lavori che richiedono specifiche competenze tecniche: pensate che in campi come ingegneria e cloud computing, le donne non arrivano ad essere nemmeno un terzo della forza lavoro totale.
Le donne non sono una minoranza. Non sono un'etnia, non sono una religione, non sono nemmeno un orientamento sessuale. Le donne sono il 50% della popolazione mondiale e questi numeri fungono da specchio delle nostre società.
Il riflesso è quello di un cammino ancora lungo da compiere per raggiungere la completa parità.