Non basta curare le ferite, bisogna prevenirle, andare alla radice della cultura di violenza e di possesso, una cultura patriarcale che ancora permea la nostra società.
Liberarsi da stereotipi di genere permette relazioni equilibrate e rispettose, antitetiche alla sopraffazione e alla violenza. A tal fine, Isolina e... con Prospettiva Famiglia e la rete di scuole Scuola e territorio: educare insieme hanno proposto a Verona un confronto con Alberto Pellai, educatore e psicoterapeuta, che di età evolutiva si occupa da anni. Autore di numerosi libri e articoli, ha dedicato due recenti pubblicazioni all’educazione di genere per adolescenti: Girl r-evolution e Bulli e pupe: come i maschi possono cambiare, come le ragazze possono cambiarli.
All’Istituto Pasoli sono stati organizzati due momenti diversi: la sera del 26 gennaio, un incontro con educatori e genitori; la mattina del 27, con studenti, maschi e femmine, delle classi terza media e prima e seconda superiore.
Bulli e pupe: come i maschi possono cambiare, come le ragazze possono cambiarli è stato il titolo degli incontri, scelto per riflettere sui modelli proposti a ragazze e ragazzi: maschi dai muscoli potenti e dai modi aggressivi, e femmine con il mito del corpo perfetto, che cedono al fascino del “bel tenebroso”.
Modelli inarrivabili per entrambi. Per le ragazze, l’inseguimento di una bellezza irraggiungibile, proposta dalla pubblicità: frutto di innumerevoli ritocchi, anche virtuali, rende la magrezza sinonimo di bellezza, e impone di identificarsi con un corpo che non abbiamo. Per i ragazzi, la ricerca di un fisico possente, costruito in palestra, e l’esigenza di soffocare le emozioni per tradurre tutto in azione, a scapito di una crescita complessiva ed equilibrata. Una parte da recitare che è una gabbia stretta.
E mentre i maschi coltivano un potenziamento ossessivo del proprio fisico, le ragazze accarezzano il mito della magrezza, che genera un rapporto conflittuale con il cibo, non più visto come nutrimento ma come minaccia di aumento di peso. Lo stereotipo bulli/pupe rende le ragazze deboli e tarpa la loro capacità di difendersi e reagire.
Inoltre, se le ragazze hanno il vantaggio di una preparazione alla crescita sessuale da parte della maggioranza delle loro mamme, per i ragazzi regna il silenzio fra padri e figli.
Sempre più precocemente in possesso di strumenti come smartphone e tablet (fino a due anni fa erano i regali per la cresima, ora lo sono per la prima comunione), i ragazzi esplorano la sessualità attraverso siti pornografici, da cui apprendono che il corpo femminile è fonte di piacere e il maschio ne dispone a piacimento. Modello decisamente fuorviante nella comprensione dell’altro sesso.
Né bulli, né pupe
Quasi ogni giorno leggiamo, sentiamo, vediamo storie terribili di violenza sulle donne. Troppo spesso in Italia una donna viene uccisa da un uomo che diceva di amarla. Compagni, fidanzati, mariti, ex, che non accettano la scelta della donna di lasciarli, di sottrarsi al loro dominio. Serve educazione, perché attraverso di essa le nuove generazioni potranno intendere e vivere in modo nonviolento e rispettoso le relazioni fra maschi e femmine