La sessualità umana è una preziosa eredità che l’evoluzione ci ha trasmesso in funzione della riproduzione della specie. Noi umani abbiamo arricchito questo importante modello generale della vita con una ricca creatività relazionale e un potente vincolo amoroso.
Il modello biologico della sessualità umana è dominato, come in tutti i mammiferi, da una forte asimmetria. Gli ovuli umani sono circa 80.000 volte più grandi degli spermatozoi.
Ovuli e spermatozoi contengono un nucleo simile, nel quale si trovano i cromosomi che formeranno il nuovo individuo. Tuttavia gli ovuli contengono inoltre un complesso citoplasma organizzato, così come un gran numero di piccoli organismi essenziali al metabolismo (i mitocondri) con Dna proprio, trasmesso soltanto dalle donne. Cosicché l’asimmetria tra gameti è terribilmente sbilanciata a favore della donna.
Tutte le cellule del corpo dotate di nucleo mantengono questa diversità cromosomica fondamentale. Gli ovuli sono grandi, pochi (solamente qualche centinaio matura in tutta l’esistenza della donna) e “cari” (contengono materiali molto preziosi nell’elaborazione dell’embrione), mentre gli spermatozoi sono piccoli, tanti (vari milioni in una sola eiaculazione) e “poco cari” (giusto ciò che occorre per veicolare il nucleo che si unirà a quello dell’ovulo).
Anche il processo generazionale è fortemente asimmetrico a favore della donna: soltanto lei possiede organi per la gestazione (utero, ecc.) e organi nutritivi (mammelle adatte alla lattazione), che le conferiscono un ruolo preponderante nel rapporto con il nuovo essere. Il processo di generare e allattare crea un rapporto psichico intimo e unico fra madre e figlio. Alcuni mettono in evidenza il fatto che nei mammiferi le femmine tendono a valorizzare i loro gameti (cari e scarsi) esigendo dimostrazioni di qualità da parte dei maschi (i cui gameti, abbondanti ed economici, li rendono esseri più volubili e frivoli). Questa manifestazione di qualità suole concretizzarsi in esibizioni di lotta e seduzione, ben note negli animali.
Queste differenze sessuali si manifestano anche in tutte le dimensioni corporee, con aspetti diversi ma chiari. Il cervello presenta peculiarità chiare, per quanto le loro conseguenze non siano pienamente identificate (per esempio, esiste una migliore connessione interemisferica nel cervello delle donne; alcune zone della morfologia cerebrale della donna modificano la loro struttura durante il processo riproduttivo).
Queste diversità sessuali spiegano probabilmente le diversità di comportamento (per esempio, una maggiore perspicacia percettiva e una migliore capacità di relazionarsi in rete da parte delle donne in confronto agli uomini, più gerarchizzati; o cambiamenti d’umore e stato d’animo in rapporto ai cicli sessuali).
Nessuna delle differenze sessuali evidenziate autorizza a stabilire fra gli umani una superiorità di un sesso sull’altro.
Per secoli gli esseri umani hanno elaborato i loro comportamenti in un processo di umanizzazione lungo e complesso che, partendo dai forti condizionamenti biologici, tende a stabilire modelli di condotta che superino la biologia per puntare a valori nuovi. Ed è questo che avviene nel sesso. I vantaggi biologici femminili rispetto alla generazione della vita sono stati il presupposto per confinare la donna nelle funzioni riproduttive.